(Nuclear Blast Records) Dodicesimo album, oltre vent’anni di storia… e allora? Dai, diciamocelo, i Korpiklaani non innovano, fanno sempre la stessa musica, ma questo perché il folk -per definizione- non evolve! Se poi ci mettiamo sopra, sotto ed attorno il metal non siamo di certo davanti ad una nuova formula… non nuova e tanto meno rinnovabile, senza rischiare di finire male e farla fuori dal buco. Per fortuna Jonne Järvelä conosce bene queste regole, tanto da non uscire da questo funzionante ed efficientissimo binario, restando fedele a questa indole festaiola, divertente, con un tocco storico e sciamanico molto potente. “Rankarumpu” è l’ennesimo disco della band finlandese, che suona proprio come gli altri undici, magari in questo caso con un tocco di energia e velocità più vicina ai vecchi lavori che ai più recenti. Certo, non c’è solo festa e danze attorno al fuoco: i Korpiklaani sanno toccare anche temi sociali, come il sentimento contro la guerra di “Tapa sen kun kerkeet”… ma noi quaggiù ci godiamo il ritmo, le sonorità festaiole, violini e fisarmoniche, l’incedere prepotente… tanto, dopotutto, di finlandese non capiamo una parola (beh, forse una… ‘Perkele!’). Ecco quindi che “Kotomaa” si stampa in testa, “Aita” diventa una forza irresistibile, mentre “Mettään” offre molto metal ma anche una impostazione introspettiva. Metal e folk? “Kalmisto” è l’esempio perfetto! Vibrazioni? L’autobiografica title track le genera in quantità mostruosa. Grinta scatenata? “No Perkele”, senza dubbio! In formazione c’è anche un nuovo violinista, Olli Vänskä (ex Turisas), il quale con il più recente batterista Samuli Mikkonen ha scritto la bellissima “Saunaan”, un brano estremamente Korpiklaani nonostante la firma dei nuovi arrivati. Che dire? Il sestetto di Lahti funziona a meraviglia, suona potente, punta a conquistare ogni dannato festival estivo, invitando calorosamente ogni fans a prendere la vita un po’ più alla leggera, bevendoci sopra, copiosamente: dopotutto è una serata di folkore, per festeggiare i trionfi, per esorcizzare i demoni, per dimenticare i malanni ed inneggiare alla positività; e domani? Beh, quello sarà un altro giorno!

(Luca Zakk) Voto: 9/10