(Napalm Records) Sono passati cinque anni da “Extreme Power Metal”, pubblicato dunque prima del 2020 e messa da parte la pandemia, le gabbie sono state definitivamente aperte, anche per questi chiassosi, caciaroni ma sempre simpatici DragonForce. Aprono l’album con la tiratissima e velocissima ma di una melodiosità incalcolabile, “Astro Warrior Anthem”. Segnale che la band non ha smarrito il suo essere sopra le righe ma cucendo sempre in maniera ragionevole e magistrale il materiale frutto della propria creatività. Tuttavia questa canzone arriva a 6’50’’ e risulta un po’ dispersiva, però non è l’unica a raggiungere un minutaggio del genere in “Warp Speed Warriors”. Risulta evidente come il dilatare i pezzi, rendendoli si ricchi di ritornelli o strofe accattivanti, nonché di passaggi musicali iperveloci e multiformi sia il frutto di una voluta esagerazione. Indovinata la melodia la band potrebbe ridurre il raggio d’azione in diversi brani, ridurre il tempo ma anche i bpm, ma a quanto pare il suo credo in questo album è un altro. Piacevole “Power of the Triforce” che nella sua prima parte e successivamente ricorda i Freedom Call e la stessa cosa succede anche con “Space Marine Corp”. Evitando di stilare un track-by-track, precisando che ogni canzone di “Warp Speed Warriors” ha delle peculiarità, si palesano delle tipologie fisse, come i tanti pezzi veloci, tipo “Burning Heart” oppure la già citata opener, poi i brani direttamente improntati su un power metal festoso come i Freedom Call ma più dirompenti e tirati. Infine si individuano situazioni fuori dai canoni power metal, in maniera sparpagliata come nella dance-metal “Doomsday Party” o in maniera totale come in “Kingdom Of Steel”. L’andare veloci in maniera sistematica nei pezzi alla lunga forse non rende: diventa esasperante e le melodie ne perdono in efficacia perché frammentate oppure portate fuori giri. Per i DragonForce “Warp Speed Warriors” è un’estremizzazione di sé stessi. Presenti nell’album dieci canzoni, c’è anche la cover di “Wildest Dream” di Taylor Swift, ma nella versione con bonus track ci sono tre pezzi dell’album con ospiti: Matthew K. Heafy dei Trivium e Nita Strauss, la chitarrista di Alice Cooper, in “Astro Warrior Anthem”, poi Alissa White-Gluz, voce degli Arch-Enemy, in “Burning Heart”, nonché Elize Ryd degli Amaranthe in “Doomsday Party”. In più la canzone “Power of the Triforce” è riproposta in versione strumentale. Damien Rainaud, già collaboratore della band, ha lavorato anche con i Fear Factory, ha creato questo lavoro al Mix Unlimited con l’assistenza di Sam Totman e Herman Li, con cose estrose, altre rivestite di plastica e molti eccessi.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10