(Rockshots Records) Il sound di Göteborg si annida nel nuovo album Dying Awkward Angel, espresso in maniera lucida pur privandosi di eccessi rétro. “Absence of Light” riesce a suonare ancora attuale, progredito nei confronti dei canoni della scuola melodic death metal di alcuni anni fa. Si può passare oltre alla disamina di stile e influenze, perché l’opener “Blood of Your Blood” dimostra da subito un sound pulito ma affatto laccato e dirompente. Si sente il vibrare delle chitarre tempestate di frequenze distorte, con la canzone cattura da subito per via di un sano death metal. Passo dopo passo si scorre quella sottile vena prog, o comunque di riff mai spartani e variazioni improvvise che possono far scattare la velocità in avanti o gli sviluppi delle parti in maniera inaspettata. Piuttosto standard i ritmi della batteria, pur tuttavia infaticabili e continui nell’essere un tappeto puntuale. “Absence of Light” vede il melodic death dei Dying Awkward Angel ricco di inevitabili risvolti thrash metal, alternato da soluzioni torbide e robuste, con innesti puramente death metal dal respiro più ampio soprattutto per la maestosità di certe linee. “Isaiah 53:7”, in una certa misura “Killing Floor” e “Dolls”, sono alcuni degli esempi possibili. “Sancta Sanctorum” spicca un po’ per mestiere, un po’ perché è uno dei pochi momenti dell’album in low e mid tempo e questo rende il pezzo subito accattivante all’orecchio dell’ascoltatore, oltre ad avere una vaga assonanza con i Rotting Christ. Anche “Tusk” abbassa i tempi di esecuzione e avanza epica e solenne. Il secondo album dei piemontesi è interessante, dinamico, con uno stile che suona piuttosto moderno. Si spera in futuro in qualche assolo in più, perché quando entra in gioco questa soluzione è solo qualità che si aggiunge alla musica, oltre a una spiccata e improvvisa fioritura melodica che si aggiunge al resto.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10