(AFM Records) Per quanto internazionalmente -praticamente- sconosciuti, questi Dymytry di Praga sono proprio una bella bestia. Hanno un’esperienza di centinaia di concerti, possono vantare di aver vinto il Wacken Metal Battle nel 2010, finendo poi sul palco del mitico festival; il curriculum riporta ben cinque album… l’ultimo dei quali raggiunse il platino in terra natia… sicuramente non dei neofiti! Ebbene, quel disco di successo si intitolava “Revolter”… ed ora rieccolo in chiave internazionale, finalmente riscritto e cantato in inglese, con un’etichetta seria e non incatenato nell’underground dell’autoproduzione o delle label locali. Questo prossimo step, questo passo verso l’uscita dai confini nazionali, lontano dalla comfort-zone, ha richiesto anche un nuovo vocalist, Alen “A.L.“ Ljubic, il quale si aggiunge a quello storico, Jan “Protheus” Macků, quest’ultimo ancora attivo come songwriter e come perfomer per i brani concepiti per il mercato nazionale. Esistono quindi due versioni dei Dymytry: quella tradizionale, locale, di casa… e quella per tutti noi… per l’Europa e, perché no, per il mondo visto che c’è l’AFM a spingere sull’acceleratore. Tutto questo teatrino… ma che musica vogliono far uscire dai recinti della propria nazione? Metal moderno, impulsivo, travolgente, trivellato da boati elettronici, con chorus catchy e bombastici, uno sguardo ai Rammstein ed uno ai Fear Factory, una sbirciata alla galassia che sta tra il nu-metal e il metalcore, il tutto condito con moltissima melodia ed una infinita fonte di energia. La title track è quasi un hard & heavy spinto ai limiti del suono, un groove metal elettronico intenso e poderoso, mentre “Stronger” si rivela più scenografica, più atmosferica ed in un certo senso più apocalittica. Molto ben riuscita e ricca di melodia vocale “300” (con ospite Joakim Lindbäck Eriksson dei Brothers Of Metal), tuonante e con un senso goth remotamente ottaniano “Never Gonna Die”. Malinconica “Rise And Shine”, epica “Awaking The Monster”, oscura e seducente “Until The World Knows Why”, brano con un’ottima performance del vocalist. Ancora provocazione con “Touchdown”, aggressiva “Tick Tock”, molto radio compatibile “Hope”. Geniale la cover del brano degli anni ’80 di Rockwell, “Somebody’s Watching Me” (brano che in origine ospitava Michael Jackson… qui feat. Victor Smolski, ex-Rage), prima del pezzo che già fu hit in edizione ceca, “Chernobyl 2.0”. La band dichiara che questa loro uscita dai confini nazionali è pensata per dimostrare al mondo che c’è dell’ottima musica in Repubblica Ceca: bene, questo “Revolt” altro non fa che confermare questo fatto, regalando musica travolgente, estremamente moderna e sicuramente irresistibile dal vivo!

(Luca Zakk) Voto: 8/10