copanastasiofarini(Heart Of Steel Records) Esistono chitarristi virtuosi che creano musica per esibire pura tecnica. Esistono chitarristi virtuosi celati nel sound di una band, nella quale mai potranno dare dimostrazione della tecnica che li caratterizza. Ed esistono chitarristi come Anastasio Farini che riescono, con intelligenza, a creare musica estremamente godibile, schietta, in un certo semplice, ma ricca di tecnica, di genialità, di contenuti stilistici che vengono integrati con maestria nel contesto delle canzoni. Canzoni che in questo caso sono marcatamente orientate verso l’hard rock ed il glam anni ’80, canzoni che risultano assolutamente divertenti, potenti, ricche di groove, ritmica … ed assoli di prim’ordine, che non negano quella derivazione di stampo neoclassico, in perfetto stile Malmsteen. Con un range vasto di cantanti ospiti, tutti non estremamente noti ma non per questo motivo meno validi, Anastasio Farini -artista greco di Thessaloniki- compone questo album con nove tracce d’impatto, efficaci, estremamente riuscite, piene di gusto musicale, variegate e perfettamente abbinate. Le tre tracce poste in apertura sono molto hard/glam, hanno quell’immortale sound anni ’80, tracce che se fossero uscite in quegli anni avrebbero scalato classifiche a caccia del disco di platino. Meno glam e decisamente più rock & heavy “Brother To Brother”, mentre risulta molto dark la ballad “I Will Be Loving You Forever” cantata da un ottimo Darren Grant. Il pezzo comunque è un ottimo esempio di ballad metal, incrociata con il filone dark, con poderosi innesti di chitarra neoclassica. Veramente geniale la composizione. L’interesse per il filone dark viene evidenziato anche dall’ottima cover di “Wild Boyz” dei Duran Duran, che in questa versione trova vigore, trova quell’energia e quel sound tipico di artisti come Billy Idol, senza ovviamente mai dimenticare quei favolosi innesti di chitarra virtuosa che proiettano questo brano storico verso nuovi ed inaspettati livelli. Ottimi anche i due strumentali proposti, in particolare la conclusiva “Prelude”, di marcata ispirazione “Malmsteeniana”. Un disco che trovo molto bello, forse non esageratamente originale o innovativo, ma sicuramente piacevole. La musica proposta è sostanzialmente eterna, ascoltabile in qualsiasi momento o contesto. Le abilità di Anastasio Farini non possono assolutamente essere messe in discussione, e quasi sorge il desiderio di sentirlo esibirsi in un album completamente strumentale, per poter godere del suo immenso gusto stilistico unito a quella maestria nell’esecuzione che si fa notare in questo album di ottimo hard rock.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10