copfivefingerdp(EMI) Ambizione legittima quella dei Five Finger Death Punch, ovvero tirare fuori un doppio album ma nell’arco di alcuni mesi, infatti esce ora “The Wrong Side of Heaven and the Righteous Side of Hell, Vol. 1” e il 19 novembre il volume 2. Doppio album in due mandate per dare uno slancio consistente alla propria immagine e magari riuscire ad avere un successo più planetario che solamente confinato agli USA. L’alternative metal dei 5FDP (io lo definisco groove/metal ‘n roll) è curatissimo e la sensazione primaria di questo “Volume 1” è che nessuna canzone venga sprecata, lasciata ad un songwriting improvvisato, arrangiato o tirato per i capelli. Fanno sul serio i Fives e del resto un doppio album ha bisogno di sostanza e di cura, ma anche di qualche furbata e vi spiegherò poi perché. “Lift Me Up”, l’opener, è cantata con Rob Halford e il brano permette da subito all’album di decollare nella testa di chi ascolta. La sensuale Maria Brink (In This Moment) è ospite in “Anywhere But Here”, ma a mio avviso non da un grosso contributo, sostanzialmente più incisivo invece quello di Tech N9ne in “Mama Said Knock You Out” per un rap metal che riporta alla mente le cose anni ’90 del crossover-funky e rap di Mordred, Faith No More, Red Hot Chili Peppers, Living Colours e via dicendo; inoltre si segnala anche Max Cavalera (Soulfly, ex Sepultura) a proprio agio in “I.M.Sin”. Da specificare che i pezzi con Cavalera e la Brink sono comunque presenti in scaletta, ma nelle versioni con la voce del solo Ivan Moody. Altro ospite in uno dei 14 pezzi totali è Jamey Jasta (Hatebreed), per “Dot our Eyes”. Non male “M.I.N.E.” perchè è la ballad d’ordinanza, struggente al punto giusto ma senza scadere in livelli caramellosi. Nel complesso l’asticella dei valori è al massimo. “Volume 1” (preferisco abbreviare così il titolo) è pomposo e cristallino al punto giusto nella produzione e musicalmente offre un assetto piacevole per poco oltre 50’. Discutibile, al di là del loro valore, mettere due pezzi e replicarli di nuovo con due ospiti, ma si deve giungere a quota 14 canzoni (la “deluxe edition” ha un CD aggiuntivo live con 15 pezzi) e quindi i 5FDP si concedono un’astuzia. Peccato veniale, non tale da screditare un’opera comunque ben architettata e coinvolgente nella misura giusta.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10