(Redefining Darkness Records) Pur non presentando nulla di particolarmente innovativo, questo debut album degli statunitensi Flesher lo ritengo un piccolo capolavoro in ambito death metal. Lo stile della formazione di Indianapolis si rifà in maniera palese all’horror gore metal di inizio anni ’90, in particolare ad acts come Cannibal Corpse, Suffocation, con qualche sprazzo di Incantation, fino ad arrivare a certe atmosfere care ai Benediction. Quello che colpisce di “Tales Of Grotesque Demise” è la potenza sprigionata, con un suono di chitarra devastante, malato e perfettamente adatto alla proposta musicale. Per intenderci, con tutto rispetto per lo stile innovativo proposto da Dimebag Darrel, potreste mai immaginare gli album dei Pantera senza quel wall of sound in grado di scrostare gli intonaci? Oppure una canzone come “Horrorscope” degli Overkill senza quelle chitarre pesantissime che piano piano si fanno strada attraverso l’intro di basso per poi deflagare definitivamente? Bene, lo stesso discorso vale per i Flesher, con quel sound in grado di stenderti negli assalti più ferali per poi stordirti definitivamente nei rallentamenti in palm muting, generosamente distribuiti a palate dalla band americana. “Scroll of Thoth” porta questa tendenza al parossismo, facendo ruotare tutto su un riff semplice, ripetitivo e semplicemente irresistibile. “Creature Beast” ha un’andatura che richiama alla mente i migliori Obituary, mentre “Curse” è monolitica, un vero rullo compressore pronto ad abbattersi contro l’incauto ascoltatore. Un album brutale, morboso, potentissimo ed esaltante come pochi altri.

(Matteo Piotto) Voto: 9,5/10