(Supernatural Cat Records / Neurot Recordings) Il trio italiano pubblica un nuovo album che consolida una reputazione andata oltre le Alpi. Poia, chitarra, Urlo, basso, e Vita, batteria, innalzano un nuovo monumento a questo ibrido tra doom, acid rock, psych-metal, noise. Idealmente questo album sembra diviso in due grossi tronconi, con i primi tre pezzi tratteggiati da impulsi robusti, imperiosi, intrecciati tra trame del basso e chitarra, avviluppati ovviamente da un’elettronica onnipresente ma discreta. Tre pezzi più o meno tagliati sulle proporzioni di sitle note degli Ufomammut, con l’opener “Croockhead” che tocca i 10’39” arrivando a essere la seconda composizione dalla lunga durata dopo infatti “Mausoleum” che la supera di soli 8”. Tuttavia anche questa prima parte denota un tasso lisergico più alto del previsto ma non superiore a quanto si affronta con l’ascolto nella seconda parte, aperta proprio da “Mausoleum”. In questa sezione di “Hidden” si aprono le porte del cosmo, con la band che costruisce momenti sospesi in un vuoto al di là di ogni immaginazione. Gli Ufomammut più lisergici, visionari, lanciati verso sfere lontane. “Hidden” scorre come un flusso supremo vibrante di frequenze inattese, nel quale il tempo passa attraverso «come una tempesta di sabbia nel deserto», per dirla proprio con le parole della band. “Hidden” è un orizzonte che si staglia lontano, diventa irraggiungibile e smarrisce la mente dell’ascoltatore, attraverso frequenze pulsanti, vivide e mai così belle in un lavoro degli Ufomammut.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10