(Prophecy Productions) Come recita il sottotitolo, il nuovo disco dei Fortíð, il sesto della loro discografia, è una ‘Duology’: la prima parte dell’album è stata registrata da ‘Eldur’ Thorberg in Norvegia qualche anno fa, la seconda in Islanda con una nuova line-up. Devo dire che effettivamente qualche differenza si sente: i primi brani sono leggermente più sperimentali, gli ultimi più classici e istintivi – ma ho finito per preferirli. Vediamo allora in dettaglio. “The True Awakening” è un viking arcigno, cupo, ma denso d’atmosfera e con un paio di fraseggi intricati: le contaminazioni non mancano, e si va dal prog alla chiusa pianistica. “Controlled Patterned Mental Process” inclina a un black che però non è violenza pura, mentre abbiamo (grazie soprattutto alle tastiere) un afflato epico alla Manegarm in “Supressed Opposition”. Violenza, stavolta sì, intervallata da fasi acustiche per la splendida “Son of a Barren Land”; ansiogena (e non potrebbe essere altrimenti) “Pandemic”, mentre “Beyond the Grips of Odium” è un omaggio al viking più tradizionale, con qualche efficace inserto alla Immortal. E gli Immortal – sembra in questo caso proprio di sentire Abbath che canta! – sono il referente fondamentale dell’algida e sferzante “Perfect Annihilation”, altro picco della scaletta. Con quest’opera, ‘Eldur’ festeggia il ritorno nella natia Islanda, dalla quale continuerà a gestire la sua creatura e i suoi altri, numerosi progetti.

(René Urkus) Voto: 7,5/10