copGOATCRAFT(I, Voidhanger Records) Terza opera per solo pianoforte dell’one man project Goatcraft, capitanato da Lonegoat, proveniente dal Texas. L’idea originale, e tutt’ora valida, è una stanchezza nel sentire il solito metal, pertanto la mente del progetto ha deciso di diffondere oscurità, decadenza e frustrazione tramite sonorità dal sapore classico, dove il pianoforte è l’unico strumento registrato in queste dieci tracce, esattamente come per i precedenti album, tanto da coniare il genere “Necroclassical”. Difficile giudicare un lavoro come questo. Per prima cosa il piano, che appare molto intenso e ben suonato, è comunque uno strumento per il quale difficilmente posso dare un giudizio, a meno che non sia una componente di un brano rock o metal (e derivati), quindi con tutti gli altri strumenti attorno. Siamo lontani dal puro metal quindi, anche se l’atmosfera è tetra e decadente, esattamente come molto materiale del genere che amiamo, qui forse in un concetto più orientato ad un incrocio tra puro ambient e colonna sonora per un film ricco di scene tristi, lacrimose, mortali. In bianco e nero. Come la tastiera dello strumento. Album che comunque merita essere ascoltato, possibilmente in cuffia, in relax, dedicandoci il tempo giusto: le sensazioni ci sono, la resa emozionale pure. Si percepisce tutta la passione e gli struggenti stati d’animo dell’artista.

(Luca Zakk) Voto: s.v.