(Argonauta Records) Terzo full length per Graveyhard, formazione toscana ativa dal 2011. Lo stile della band pesca a piene mani dallo sludge di stampo statunitense che vede acts come Down e Crowbar come portabandiera del genere. Il punto di forza del sound dei Graveyhard è sicuramente il guitar riffing, sempre incisivo e fluido nonostante l’incredibile pesantezza. Un’altra influenza evidente del combo toscano rappresentata dal grunge di Seattle, in particolare degli Alice In Chains. Le parti in voce pulita che spesso fanno capolino tra i brani, ricordano infatti quelle tristi, disperate e malinconiche tipiche di Layne Staley. Da segnalare l’opener “Burn Forever”, aperta da un delicato arpeggio dopo il quale parte un riff potente e memorabile, tra i migliori in un disco che pieno zeppo di partiture devastanti. “Winter” è malinconica e pregna di quelle atmosfere alla Alice In Chains precedentemente citate. Di tutt’altra pasta la successiva e conclusiva “Chainsaw”, che contrappone alla delicatezza di “Winter” un attacco frontale thrash/hardcore di assoluta violenza. Un album coinvolgente dalla prima all’ultima nota, senza cali di tensione o riempitivi.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10