(Osmose Productions) È da considerare un evento la pubblicazione di un nuovo album da parte di Hate Forest, tra le migliori realtà della scena black metal e di fatto proveniente dall’Ucraina. Roman Saenko pilota le sorti del monicker, oltre ad essere stato coinvolto in passato anche in altri progetti non da poco, come Drudkh e Blood Of Kingu per esempio. “Innermost” si presenta con l’uno-due micidiale costituito dall’opener “Those Who Howl Inside the Snowstorm” e la seguente “By Full Moon’s Light Alone the Steppe Throne Can Be Seen”. I due pezzi in poco più di dieci minuti quasi saziano l’ascoltatore per questa bordata malefica, glaciale e spietata, tranne per un piccolo intermezzo acustico che fiorisce nella prima sezione del secondo pezzo citato, seguito poi da un mid tempo epico, d’atmosfera e incalzante. L’incedere dei pezzi è sfrenato ed estremo, rievoca l’attitudine fulminante e nichilista di Immortal degli esordi ma con un sound più pesante e meno affilato, nonché in certi momenti i Marduk più efferati. Alla sopracitata coppia d’apertura, altre quattro composizioni. Degna di nota la produzione: sound granitico che risalta degnamente le chitarre ricche nella distorsione, quanto il growl di Saenko. Il drumming, insistente e serrato, è ben distinguibile nelle sue andature e il basso si integra al tutto posizionandosi solo di qualche livello più sotto nei volumi. Il totale è il sound tipico di un album black metal dall’atteggiamento estremo e privo di fronzoli. Lo lasciano intendere in maniera netta pezzi come “Ice-Cold Bloodless Veins” e “Whiteout Silence”, esempi di puro estremismo della fiamma nera. Anche nelle sue vesti più spinte, Hate Forest è capace di sprigionare melodie insinuanti, delineate e spalleggiate dal drumming e con un riffing di accompagnamento che diventa un freddo muro sonoro. Strutturalmente più pezzi sono simili, le melodie sono il vero punto distintivo del tutto. “Innermost” è il black metal primevo mai domo, mai dimenticato, sempre venerato! L’album è stato registrato nel dicembre del 2021, dunque prima dell’invasione russa. Saenko è di Kharkiv.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10