(Nefarious Industries) Sin dalle note biografiche che accompagnano l’album, i danesi Hiraki mettono subito in chiaro il mood che caratterizza la loro musica. Quelle note definiscono tale sound come ‘Sonic assault to accompany the inevitable fact that our world is sick’, e da questo mondo malato va da sé che la musica che ne esce sia altrettanto malata. La proposta musicale è un synth punk dalle derive noise estremamente veemente e con una vena psichedelica. “Common Fear” mette subito in evidenza un’aggressività monolitica, dove i synth la fanno da padrone, con vocals isteriche, urlate e distorte. “Proto Skin” è ipnotica, caratterizzata da arpeggi distorti che disegnano una melodia sinistra ed inquietante, mentre “New Standards” e “Blossom Cuts” verranno amate alla follia dagli estimatori dei Godflesh, la prima per la paranoica monoliticità, la seconda per la pesantezza, essendo la canzone più vicina ad una certa attitudine metal. Questi sono i pezzi migliori, ma la qualità si mantiene buona in tutto il platter. L’album dura solo trentadue minuti, ma è giusto così, vista l’intensità sprigionata. Un disco decisamente oscuro, abrasivo, elettronico nelle sonorità ma decisamente heavy nell’attitudine.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10