(Agonia Records) Evitando di semplificare troppo, oppure di banalizzare e in questo caso di creare termini di paragone impropri, ma in un certo senso Hour Of Penance sono i nostri Suffocation. La death metal band italiana non ricicla la band statunitense tra le maestre del genere, eppure ascoltandoli viene da chiedersi, chi nella scena brutal death metal esprima forza e devastazione così ben lavorate e precise? Ecco dunque che il pensiero va alla formazione newyorkese, tuttavia anno dopo anno i romani hanno eretto una solida personalità, e non da meno una reputazione, grazie a un modo di suonare altrettanto pulito e architettato, esibendo una tecnica perfetta nelle sue limature. Il death metal brutale ma tecnico dei nostri porta dunque a tirare in ballo i Suffocation per spiegarne il grado di efficacia. “Misotheism” è un album da ascoltare in una sola tirata, perché il suo impeto trascina via l’ascoltatore, grazie a per quel martellare in sincrono dei riff e pattern ritmici a ‘pala di elicottero’ – forse qui rientrano in maniera simile i Suffocation – soprattutto però per i fraseggi e le melodie o dei solo, che si distaccano dal marasma e creano un secondo livello sonoro. In tal senso un risultato magnifico lo si ha in “Lamb of the Seven Sins”. Il death metal riversato da “Misotheism” è una valanga e suona come una furia. Hour Of Penance è oggi la macchina perfetta, completa in ogni sua parte, esprimendo nel tutto anche brillanti spunti personali dei musicisti. “Occult Den of Snakes” è il brano perfetto per spiegare si la bravura dei singoli, al contempo anche a quanto riescano a combinare insieme. Bravi anche in passato i laziali, eppure oggi a chi ascolta non resta che prendere atto di un livello di esecuzione andato degnamente a regime.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10