cophungrylikerakovitz(Blasphemy World Wide Records) Il grindcore è una frangia del metal estremo decisamente controversa e di nicchia, come ho già sottolineato in passato; la sua schiettezza, il suo sound crudo e brutale ed il suo immaginario splatter lo rendono un’influenza basilare per band moderne come Suicide Silence e Caliban. Questo lavoro degli Hungry Like Rakovitz rispecchia a tutti gli effetti i canoni principali del genere scritti in precedenza dagli alfieri Napal Death: canzoni brevi, e di conseguenza numerose nel disco, impatto corrosivo e velocità ossessive; tali elementi sono quelli che sostanzialmente fanno amare od odiare il genere e, senza tanti fronzoli, personalmente non mi convincono. Sul piano compositivo delle ritmiche la tecnica di questi musicisti è impeccabile non c’è dubbio, ed anche la produzione del lavoro non è male, ma le tracce si basano in maniera eccessiva sui controtempi e sulle pause, ciò rende l’ascolto poco fluido e scorrevole se non addirittura zoppicante, si fatica infatti a seguire la linea conduttrice del pezzo e non appena ci sembra di averla quasi capita ecco che la canzone giunge al termine, lasciando il posto alla successiva, costringendoci quindi a ripartire da zero nel nostro vano tentativo di comprensione strutturale. Salvo pochi e rari momenti di marzialità questo disco è decisamente troppo caotico, se siete cultori del genere sarà sicuramente un lavoro appetibile, ma se invece siete come me amanti del death metal più tradizionale i Cannibal Corpse vanno più che bene.

(Michele Alluigi) Voto: s.v.