(CrazySane Records) Jolle, ovvero un chitarrista e un batterista armati di intenti garage rock, stoner, grunge, noise e una sano, robusto e sincero bagaglio krautock. Il duo di Potsdam mischia le carte nel proprio studio casalingo, prendendo a prestito un po’ di cose del rock e del pop anni ’60 e ’70, con concetti punk e garage rock delle varie epoche. “Wirtschaft Arbeit Technik” possiede un suono brillante, vibrante, con canzoni trascinanti o godibili nelle quali si può assistere a qualche cavalcata tra psichedelia e rock, oppure con ritornelli semplici ma foderati da riff possenti oppure laceranti con un drumming a volte tellurico. “Hier Leben” sembra quasi il frutto di una jam session, apprezzabile per la granitica e versatile chitarra dalla sonorità un po’ acida e spalleggiata da colpi ritmici notevoli per uno stoner senza tempo. “Digital Bullshit Word” è un magma ribollente dove l’ambientazione seventies si amalgama con un poderoso grunge, con l’innesto del suono di un modem a 56k che tenta di collegarsi alla rete a coronare uno spirito ironico al quale spesso la band guarda in questo album. “Du Bist Staub” è una sorta di nenia andante nelle strofe e puramente hard rock/punk nel ritornello mentre la seguente “Love Long Dead” è un’acida ambizione perché idealmente unisce la psichedelia della West Coast al krautrock. Un pezzo ispirato, psichedelico e vasto quanto il cosmo. L’acido ritorna nella conclusiva “Blood”, proprio nella sua seconda parte infatti i Jolle tra elettronica, rituali teorici di decenni fa e un rock dissacrante e visionario, accompagna l’ascoltatore alla fine di un viaggio sbalorditivo.

(Alberto Vitale) Voto: 9/10