(Last Mile Records) Sound assolato nel quale si ode l’eco del deserto, eppure i Kadavermarch sono danesi. Non è una band di qualche assolato stato dell’Unione, bensì della penisola dello Jutland e la cosa non si nota affatto. I Kadavermarch si presentano come la tipica band che collega gli strumenti agli amplidfciatori e ci dà dentro. In formazione ci sono elementi con passate esperienze in Illdisposed, Crocell, Czar, Helhorse, Tudsegammelt, Total Heels e altri, che si uniscono sotto questo nome per generare uno stile fortemente stoner e con pezzi anche desert rock. Le chitarre sono pesanti e ruggenti, i ritmi parchi, semplici ma robusti. Nove pezzi tosti, pesanti dal vissuto rock and roll, dai riff infiammati, caldi, solenni. Da pezzi selvaggi e vispi, come “Abyss” e “1000 Yard Stare” a quelli di settantiana memoria come la brillante “Satanic”, senza dimenticare i momenti accecati dal sole come “Hollow Souls”. “Beyond the End” è un altro pezzo da segnalare perché sembra profilarsi come la giusta sintesi di stile della band, come una sorta di manifesto generale d’intenti. Quintetto abrasivo nel quale vi è anche l’organista Jeppe Greve che però pare poco premiato dalla produzione. Il cantato è in mano a una dei due chitarristi e il batterista, ovvero Andreas Benthien e Aske Kristiansen.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10