(Bagana – B District Music) Cantastorie moderni. Giullari di una corte sconfinata che si estende fino ai confini della loro terra d’origine, le montagne venete, tra castelli e valli, tra boschi e vette, tra laghi e fiumi leggendari, salendo sul Cansiglio e via verso le vertiginose e maestose vette delle Dolomiti. Con “Vaia”, il loro terzo disco che giunge a ben sei anni dal precedente “Fulìsche” (recensione qui), vogliono ricordare che la natura non può essere controllata e, tantomeno, maltrattata: ‘Vaia’, infatti, è il nome di una distruttiva tempesta che ha colpito Veneto e Trentino (ma anche Friuli Venezia Giulia, interessando anche le vicine regioni di Svizzera, Austria e Slovenia) a fine 2018, lasciando lacerazioni e ferite drammaticamente ben visibili tutt’oggi, tutt’ora uno scenario emozionalmente devastante per chi, come me, ama avventurarsi tra le montagne del nord est del nostro paese. Con questa tematica come elemento trainante, i Kanseil regalano musica maestosa e coinvolgente, cathcy e massacrante, impattante e ricca di sentimenti, con ogni brano che narra una storia, una vicenda, con testi in italiano o dialetto, tra attualità e folklore… due elementi che spesso sono molto più vicini di quanto si possa immaginare. “Pian dei Lovi” e il grande ritorno del lupo tra le Alpi, il Monte Altare celebrato con “Antares”, i ‘benandanti’ (o ‘buoni camminatori’) di “Haereticalia” e il loro culto pagano-sciamanico contadino basato sulla fertilità della terra in Friuli nel XVI secolo. E poi il tradizionale carnevale di Venezia con “Rivus Altus”, il monumentale Passo San Boldo e la sua incredibile costruzione oltre cent’anni or sono con “La Strada dei Cento Giorni”, l’occupazione dei Cosacchi in Carnia di “Kosakenland”, “Hrodgaud” e la rivolta longobarda guidata da Rodgaudo l’ultimo duca del Friuli… prima della drammatica e gloriosa title track. Death metal travolgente e folk metal sublime che si fondono in un heavy metal che non canta di eroi metallici, che non celebra diavoli e morte, piuttosto un metal che esalta la vita, che rispetta la storia, che ama profondamente la natura e le vere radici dalle quali tutti noi deriviamo. Kanseil: cantastorie supremi che sono in grado di trasmettere emozioni, ricordando storie, esaltando terre, rispettando moniti, celebrando quel ciclo infinito della vita, la quale dopo ogni strage, dopo ogni fine, si rialza e corre fiera verso la prossima, l’ennesima, meravigliosa rinascita.

(Luca Zakk) Voto: 10/10