(Vendetta Records) Potente debutto per il duo danese Kold, progetto black metal emerso dagli inferi di recente, con all’attivo solo un EP uscito nel 2021. Dietro al moniker le chitarre di Nicklas Johansen (che militò in un band di fugace esistenza, i melodic deathsters Supera Vitae) e la batteria, nonché ottima e minacciosa voce di Mathias Skov Samsø Jepsen (il duo si è occupato anche di master e mix). Cinque brani: black classico e molto melodico, nel quale le musiche crescono spesso verso il melodic death, mentre la voce tende a far regredire l’intero impatto sonoro verso gli albori sulfurei e profondamente maligni del black metal nordico. Black anni ’90 di ottima fattura con la opener “Vinden, Den Kalder Dit Navn”, un brano che davvero riesce a riassumere l’essenza di quella seconda ondata, il tutto con sonorità definite, pulsanti, linee ritmiche calde a sostegno di voci e chitarre laceranti. Emerge molto melodic death scandinavo con “Ødeland”, ma quanto l’incedere black prende il sopravvento, il senso di esaltazione scatenato cresce a dismisura, grazie anche a poderosi mid tempo dal gusto marziale. Suggestiva ed in un certo senso ipnotica “Forgabt I Virvar”, con le sue melodie lente e profonde alternate a blast beast disumani, molto oscura “Et Mørke”, traccia arricchita da arrangiamenti molto caratteristici i quali, tuttavia, non risparmiano l’ascoltatore da un black furibondo, offrendo comunque crescendo melodici ricchi di potenza atmosferica. In chiusura gli oltre dieci minuti di “Nattefrost”, brano nel quale convivono black estremo, atmosfere lente, tetre ai confini del folk e del viking, ed una generale visione di progressività teatrale, capace di accompagnare l’ascoltatore attraverso un percorso tanto seducente quanto tortuoso. Mid tempo profondi, tremolo penetranti e micidiali blast beasts: con frequenti cambi di ritmo e melodia, in una costante e avvolgente progressione sonora, i Kold attraverso la loro lingua madre narrano storie che hanno a che fare con tutti gli aspetti della vita: dalla luminosità del suo inizio, attraverso desolanti solitudini, fino alla fine più devastante, lacerante, distruttiva; tre quarti d’ora di oscurità introspettiva, malinconia profonda e dannazione sublime. In digitale, su CD, ovviamente su vinile e, religiosamente, su musicassetta!

(Luca Zakk) Voto: 8/10