(Autoproduzione) Vorrei innanzitutto complimentarmi con i Last Rites per la presentazione così dettagliata di questo loro EP; oltre ai brani ed alle note biografiche, la formazione ligure ha allegato anche i testi dei brani e alcune interessanti chiavi di lettura con cui approcciarsi ad essi, facilitandone la comprensione e consentendo di addentrarsi pienamente nel loro mood durante l’ascolto. Ma veniamo al lato musicale: “Beyond The Abyss Of Thoughts” rappresenta una notevole evoluzione rispetto ai precedenti full length “Unholy Puppets” (recensione QUI) e “Nemesis” (Recensione QUI); se il primo dei due era più rivolto ad un thrash spacca ossa contaminato dal death a stelle e strisce ed il secondo aveva aggiustato il tiro inserendo partiture care ai Carcass, “Beyond The Abyss Of Thoughts” mantiene inalterato il tiro e l’efferatezza che da sempre caratterizza la band, ma allo stesso tempo apre le porte ad influenze nuove come black, deathcore e metalcore, influenzandone i parte le ritmiche, mentre le melodie sapientemente inserite riescono a rendere ancor più dinamiche e taglienti le tracce. “Prelude, God Is Dead” apre questo EP con una bella armonizzazione a-là “The Hellion”, prima di lanciarsi in una ritmica pesante e cadenzata, ottima base per il notevole assolo del bravo Paolo ‘Bomber’ Montaldi. “1100001 1101001” alterna con naturalezza disarmante intrecci chitarristici che avrebbero reso fiero il compianto Chuck Schuldiner a bordate thrash, arpeggi acustici ed accelerazioni, il tutto coordinato dal drumming potente e variegato di Davide Billia, ospite in qualità di batterista e dietro la consolle per il mix ed il mastering. “Deathzone” è forse il pezzo dove le influenze metalcore sono più evidenti, donando quell’appeal melodico e ruffiano che lo ha reso adatto ad essere scelto come singolo. La successiva “Push Through The Pain” segue un po’ lo stile della precedente, con l’aspetto melodico predominante, mentre la conclusiva “Lucifer’s Fall” è il capolavoro di questo disco, oltre ad essere il più arduo da descrivere, per via della sua natura camaleontica, in grado di spaziare da arpeggi acustici in apertura a sfuriate black, da tortuosi giri di basso a stacchi technical thrash, in un vortice di sonorità ed emozioni. Una crescita esponenziale quella della band savonese, al culmine della maturità creativa e meritevole di sedere sul trono della scena estrema nazionale ed internazionale.

(Matteo Piotto) Voto: 10/10