coploadingdata(Deadlight Ent.) Anche i musicisti francesi lasciano la propria patria per cercare fortuna all’estero. Lo hanno fatto i Loading Data verso il 2002 per accasarsi a Los Angeles e cercare i canali giusti. Il nuovo album vede l’assistenza alla consolle di Alain Johannes (Eleven, Queens of the Stone Age, Chris Cornell band, Them Crooked Vultures e altri) e una direzione accattivante, fatta di linee melodiche esercitate da riff semplici ma carichi di groove (“Alright” e non solo), qualche effetto vagamente acido o comunque di natura alternative rock e addirittura rock garage (“Round and Round”, “Butterfly Shelf”). Un sound che pesca anche dal rock degli anni ’70 (“Teeth and Tongue”, “Armageddon” e altre), il grunge, le sonorità rock di Chicago (vedi The Smashing Pumpkins e cose alla Urge Overkill), il rock-soul (“Palinka”), lo stoner o qualcosa di simile. Un insieme di cose per un rock immediato e un timbro che ha qualcosa di classico, vestito da suoni più o meno vintage, soluzioni sempre datate ma tutto nella veste di melodie dirette che scorrono tra meno di 2’, fino a tre o quattro e addirittura 9’45”, cioè “On My Heart”, catatonica e graziosa cadenza che distorce il blues e rievoca cadenze Doors, Pearl Jam e altre realtà note di una volta. Canzoni che sono tali, introdotte da melodie brevi ma accattivanti e che percorrono l’intera durata dei pezzi. Refrain semplici, essenziali, frizzanti nel loro sapersi imporre con un semplice pizzico di note. La vocalità decadente e ombrosa di Patròn ci mette del suo per caratterizzare queste canzoni che sembrano provenire da qualche scantinato invaso da strumenti, amplificatori, sigarette ridotte a metà, alcool adagiato in bicchieri. C’è qualcosa di underground in tutto ciò e che meglio enfatizza queste sonorità dai larghi confini di stile, per queste quattordici canzoni che segnano la propria essenza nella mente dell’ascoltatore.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10