(Vicisolum Productions) Otto album in appena due decenni sono tanti, specie se si tratta di dischi progressive. Gli svedesi tuttavia sembrano volersi innalzare come alfieri del genere, grazie a composizioni spesso pompose e forti di una ottima post-produzione. La loro ennesima opera non si discosta difatti dalle precedenti, mostrando ancora una volta la predisposizione dei nostri per la melodia e le tracce facilmente orecchiabili, a dispetto di una complessità insita nel genere proposto che se da un lato non raggiunge i vertici compositivi e tecnici dei Dream Theater, dall’altro lato può fare affidamento totale su un cantante dalla voce brillante, squillante e cristallina, una vera ugola d’oro, al servizio di strutture canzoni che a tratti ricordano alcuni lavori di Devin Townsend per epicità (da trattare con le pinze, questo paragone)… Non possono mancare ballads come “Galacticide” o episodi più tirati come “Generation Fail”, elementi che contribuiscono ad un disco piuttosto cangiante sebbene in linea con quanto prodotto sinora dal gruppo svedese. Ormai i Loch Vostok sono entrati nella cerchia di chi riesce sicuramente a suonare e a far sì che questo sia anche il loro lavoro, il cammino ormai sembra piuttosto in discesa… motivo per cui sembra sempre di sentire un gruppo che si è adagiato un po’ troppo sugli allori…

(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10