copmorssonat(Crucial Blast) Dietro il nome Mors Sonat si nasconde Mories (Gnaw Thir Tongues ma anche Aderlating, Cloak Of Altering, De Magia Veterum Infamy) e l’australiano Nekrasov (altro autore di cose black noise e rumorismi di ogni  sorta). Una release da annunciare come “attenti a quei due” perché il risultato di questo ascolto è un totale disturbo della psiche, oltre al fatto che “Comforts in Atrocity” è ben congeniato nel suo fluire di noise, black ambient, electronic e via dicendo. E’ difficile scrivere di linearità e concezione  organizzata della sperimentazione in lavori del genere, ma ritengo che il livello elettronico e noise, unito alle atmosfere gelide, spettrali o pesudo-psichedeliche abbiano una loro logica e ordine. L’ascolto diventa un viaggio e non solo nella terra delle ombre o in universi sonori che popolerebbero i sogni, o gli incubi, ma anche in dimensioni quasi rilassanti. Si, dall’estro dell’elettronica in cortocircuitazione di “The Vengence of Ebrace” o dal dark ambient di “Sanctuary in Soil”, si ritrova anche un clima da yoga nella title track. “The Sweet Long Legs of Hate” è una magnifica ed inquietante melodia molto scarna, fatta di un suono prolungato, singoli accordi di un synth intervallati tra loro e a cui rispondono suoni come metallo arrugginito che stride. Insomma, è roba da “The Blair Witch Project” o film del genere. Chiude “So Shall I Weep in Liberation Within the Ecstasy of Decay” che è un cumulo di urla, suoni, distorsioni, synth dove però tutto sembra filtrato da oscillatori o diavolerie elettroniche da sembrare un black metal passato attraverso una brutale spinta tra circuiti inviperiti e sfrigolanti. Sperimentale e al di sopra della normale volontà di essere oscuro, perché i Mors Sonat con “Comforts in Atrocity” non vogliono troppo piacersi e crogiolarsi nell’incomunicabilità della sperimentalismo fine a se stesso; i pezzi sembrano volersi differenziare tra loro, sia per metodologie compositive che per melodie.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10