(Nadir Music) Terzo album per No Man Eyes, formazione genovese nata nel 2011 per mano di ex membri degli ottimi Graveyard Ghost. Inizialmente dedita a sonorità avvicinabili al thrash/death metal, la band ligure trova il giusto equilibrio tra l’assalto strumentale e lo stile pulito del cantante Fabio Carmotti, più affine al prog, evolvendo il tutto verso un metal moderno, aggressivo e potente, ideale punto di unione tra i Nevermore ed i Dream Theater più thrashy (per intenderci, quelli di “Train Of Thought” e “Six Degrees Of Inner Turbulence”). L’album è un concept un po’ sul genere delle metal opera e narra di uno scienziato, interpretato dal singer Carmotti che, insieme all’androide da lui stesso costruito, interpretato da Claudio Canovi (Aurea), intraprende un viaggio verso il sole, con l’intento di sfruttarne l’energia per soddisfarne il fabbisogno sulla terra. Giunti a destinazione, incontreranno Viracocha, intelligenza extraterrestre onnisciente, interpretata da Silvia Criscienzo, con i brani seguono quindi questa storia, con l’alternarsi dei personaggi che interagiscono con il protagonista. Il maggior spazio dato alle tastiere, suonate dagli ospiti Gabriele Crisafulli e Dave Garbarino, permette di creare quelle atmosfere fantascientifiche indispensabili per ambientare in maniera congeniale gli eventi narrati. Un album moderno, pieno di spunti e sfumature che richiedono diversi ascolti prima di essere colti nella loro totalità, ma che una volta assimilato si rivelerà un lavoro di assoluto spessore.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10