(Soulseller Records) Ottavo affresco black metal nella carriera degli inglesi che suonano il genere secondo le vestigia di un tempo eppure con una freschezza dei suoni e una evidente vivacità dal punto di vista del songwriting. Le sonorità dei pezzi sono legate a schemi appena vicini alla gloria di Emperor, Dissection, Satyricon ma la resa sia del suono che della composizione è nettamente più fresca, meno fosca e meno monolitica ed estrema. Black metal melodico e con vasti momenti epici, con distorsioni delle chitarre fredde ma non ghiacciate, la batteria che resta troppo sullo sfondo perché colpevolmente sacrificata dalla produzione. Le tastiere entrano in gioco per creare ampie porzioni di atmosfera dai toni epici, evocativi, magniloquenti come in “Master of Arachnide”. Le melodie degli Old Forest sono un misto di epica ed oscurità, creano armonia tra la parte selvaggia del genere e i suoi tagli melodici che possono essere di più colori. Nelle otto composizioni la band mostra una palese diversità melodica, cioè non ripete canovacci già palesati altrove nell’album. Si distingue la composizione divisa in due parti “Witch of Prague” di 11’ totali e nella quale gli Old Forest abbozzano il sound più dolce, fluido e al contempo elaborato nelle sue successioni melodiche. “Sutwyke” è un album molto evocativo a tratti non propriamente un puro prodotto death metal e questo però ha poca importanza.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10