(Nuclear Blast Records) Sia lodato Bobby ‘Blitz’ Ellsworth. Questo highlander, alla veneranda età di sessantatré anni, sopravvissuto al cancro ed ad un ictus è ancora qui, insieme al suo fido sodale D.D. Verni, a dispensarci l’ennesima lezione di coerenza sonora. Quella stessa coerenza che a volte è mancata a molti colleghi della scena thrash, e non mi riferisco solo ai soliti noti Metallica o Megadeth, ma anche ad altre icone insospettabili come Exodus (“Force Of Habits”) e Testament (“The Ritual”). Gli Overkill hanno sempre seguito la loro strada, fedeli al loro trademark incuranti delle mode del momento, sfornando la bellezza di venti album in trentotto anni; venti album di qualità elevata, dove i passi falsi si contano sulle dita di una mano. Il fuoco sprigionato dal debutto “Feel The Fire” si manifesta sin dalla bellissima copertina, ad opera del maestro Travis Smith, mentre i pezzi dimostrano che la formazione newyorkese si mantiene ispirata, grazie a brani che bilanciano alla perfezione aggressione e melodia, caratteristica che caratterizza i nostri sin dai tempi di “The Years Of Decay”, album che cito non a caso, visto che molte sonorità rimandano a quel capolavoro. La title track si apre con sonorità classicamente metal, con un assolo maideniano punteggiato dai rintocchi di una campana per poi svilupparsi in una ritmica non molto veloce ma ricca di groove. Di tutt’altra pasta “Twist Of The Wick”, immane mazzata thrash degna erede di “Elimination”. “Wicked Place” è blues ultra heavy, dove è impossibile non lasciarsi andare in un furioso headbanging. “Won’t Be Coming Back” mescola i Black Sabbath di “Heaven And Hell” con i riff cromati dei Judas Priest, ma ovviamente riletti in ottica Overkill. “The Surgeon” ci riporta al groove assassino di “E.vil N.ever D.ies”, mentre “Fever” è più complessa, con una sezione più lenta a metà strada tra “Planet Caravan” dei Black Sabbath e “The Years Of Decay” ed un crescendo sempre dal sapore sabbathiano. Secondo la mia modesta opinione, “Scorched” è uno degli album migliori dell’intera discografia degli Overkill, band che, giunta al ventesimo album ha ancora molto da insegnare alle nuove leve.

(Matteo Piotto) Voto: 20°/10