(Hammerheart Records) Questo album è concettualmente distante dalle sonorità che gli olandesi hanno realizzato negli anni ’90, per quanto poi essi tentino comunque di ampliare il proprio spettro musicale. “Deformation of Humanity” è il ritorno di una band rimasta ancorata al 1997, quando pubblicò il secondo album, “Skycontact”, mentre “Intense, Immense, Suspense” è il celebrato debut album del 1994. I Phlebotomized sono da sempre una death metal band in senso lato. Si sono portati verso un discorso avant-garde, con un occhio al crossover e inserti thrash, doom e tastiere varie, hanno così stemperato il genere dal quale sono partiti da giovanissimi, per poi arrivare a una sorta di sperimentazione per il loro modo di creare ibridi. I Phlebotomized con “Deformation Of Humanity” restano ciò che sono, cioè una death metal band che possiede un ampio respiro di stile. Le tastiere si fondono con le chitarre imponenti edificando dei momenti symphonic. Sorgono anche situazioni estreme, veloci, degnamente death metal e nella maniera degli anni ’90. L’atmosfera generale è cupa, i synth sono solenni e stendono dei drappi di oscurità. Malgrado ciò le tinte avanguardiste udite nel primo e indimenticato album, risultano comunque lontane nei modi e nelle intenzioni. La band ha ritrovato l’entusiasmo e la speranza lavorando per tre anni a questo album che segna un dignitoso ritorno all’attività.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10