(Schwarzdorn production) Questo lavoro è una vera sorpresa, anche perché il brano iniziale “Necrosis” e la seguente “Plaguebringer” mi han fatto credere di trovarmi di fronte ad una rognosa proposta thrash/death. Rognosa perché robusta e animalesca. L’esordio del chitarrista e bassista Saether (Svarttjern, Bloodspawn) e del vocalist Holter (ex-Svarttjern) e ai quali poi si è aggiunto Nødset batterista (Frail Grounds), è in realtà si un accostamento tra i suddetti generi, ma questi sono privati dai soliti influssi svedesi, da quelli polacchi, nelle loro tendenze blackened, e da uno smaccato old style. Uno stile (quasi) asettico, ma intuibile per le influenze e sano nella proposta di un sound innanzitutto oscuro e torbido, potente e solido e macchiato da una eguale dose di istinto e ragione compositiva. Lo scorrere dei pezzi presenta un songwriting fatto di blast beat, mid tempo, breakdown, accordi imponenti, melodie infernali. E’ tutto un crescendo, un turbine che produce un’ondata devastante. In particolare i blast beat sommati al riffing serrato, creano un atto mostruoso. I tre norvegesi riescono anche a scrollarsi di dosso possibili melodie. Queste vengono ridotte a degli accenni, a parentesi momentanee, il grosso del lavoro è svolto da una sana e sincera spietatezza sonora. “Predator” nella sua fase centrale mi è sembrata una estremizzazione dei primi Morbid Angel, “Repulsive Aggression” è una trama malvagia, un riffing  allucinato e ispirato da forze maligne. Apice dell’album. Nel complesso l’album vince sulle singole identità dei pezzi, grazie ad una produzione pulita, ma non portata all’eccesso e ad un songwriting che sopravvive di thrash metal portato alla sua massa critica e ad un blackened death metal incalzante.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10