(Indie Recordings) I norvegesi Ricochets sono in giro dalla fine degli anni ’90. Numericamente sarebbero venticinque anni di rock sincero, di rock brillante, di melodia ed energia, con anche un paio di nomination ai Grammy… ma dentro c’è anche un silenzio di ben diciassette anni (è del 2005 il loro ultimo disco) che “Closer to the Light” rompe con impeto e forza. Una band che aveva pure appeso al chiodo la chitarra nel 2009, per cambiare poi idea dieci anni dopo, esaltando i fans con diverse partecipazioni a festival. Un album farcito da canzoni ricche di emozioni, sempre intense, musicalmente brillanti. Seducente e legata ad un rock d’annata ”Time to Go”, mentre “Backseat Drivers” offre più impeto, vuole essere più scatenata, quasi più disperata. Tetra ma avvolgente “Shooting Star”, incalzante ed irriverente la title track, delicata e ricca di sonorità antiche “Galaxies (Quiet Street)”, così come la nostalgica “That’s How It Goes”, un pezzo che sembra uscito dagli anni ’50 prima di quel crescendo in intensità e potenza. Hard rock con “Figure It Out” e “Out Of The Window”, mentre “Instincts” è un capolavoro di musica oscura, un rock ai confini con gli albori del dark, esaltato da una favolosa performance del vocalist Trond Andreassen. In chiusura “Soul” una ballad ricca di organi e deliziosamente votata alla nostalgia. Poco noti fuori dalla terra madre, senza contare che il lungo silenzio -oltre che al periodo di scioglimento-, sicuramene non ha alimentato la popolarità del gruppo al di fuori dei fiordi. Ma Ricochets meritano essere ascoltati, visti da vivo: perché “Closer to the Light” è un disco maturo, completo, coinvolgente: una perla di rock dal gusto vintage, solitamente offerto da band molto più storiche e molto più famose.

(Luca Zakk) Voto: 8/10