(Avantgarde Music) Pulsanti linee di basso animano divagazioni blackgaze melodiche ed atmosferiche, con un incalzante travolgimento ritmico che spinge in avanti, coinvolgendo ed emozionando, divagando in concetti di sublime gusto prog. Tornano i russi Sivyj Yar (nella loro lingua: Сивый Яр) con un sesto disco in quasi quindici anni di attività, un album che giunge dopo una lunga pausa di cinque anni intervallata solo da un EP uscito ormai nel 2016 (prima di questo, due album avvincenti… qui e qui). Tornano con potenza, aggressività, decisione, malinconia ma anche impostazione remotamente epica, un gusto leggendario oscuro e favoloso. Questa collaborazione con la Avantgarde Music sta dando grandiosi frutti, visto che si tratta non solo di un lavoro superlativo ma anche del terzo disco consecutivo con l’etichetta italiana… confermando sia una crescita tecnica che emozionale deliziosamente irresistibile. “Grief” è un viaggio favoloso, privo di confini e regole. C’è quel basso che dimostra tecnica e groove, una impostazione prog settantiana sulla quale si arrampica un drumming black metal contorto, chitarre taglienti e voci strazianti e pregne di disperazione. Immensa “Великая Древняя Мать (The Great Mother)”, un brano che divaga tra sonorità ricche di poesia e musicalità, dando vita ad un’atmosfera corposa ma creata con musica suonata e non freddi sintetizzatori. C’è molto più black metal su “Пустошь (Wasteland)”, comunque un brano ricco di sorprese stupefacenti; la title track trascina altrove, in luoghi non definiti, non conosciuti, non contemplati: black metal, blackgaze, prog, vocals massacranti, drumming creativo, basso magistrale, chitarra seducente, essenza epica. Sconvolgente e ricca di parentesi improvvise “Черная Осень (The Black Fall)”, mentre la conclusiva “Глубина (Depth)” punta più ad un ambient stile Lustre, ricco di strumenti carnali, sempre con linee di basso presenti ed impattanti e mid tempo tuonanti e suggestivi. Ancora una volta il progetto punta a tematiche ispirate a tradizioni contadine del paese di origine, trattando a tragedie umane anche grazie all’ispirazione derivante da svariati poeti tradizionali locali, i quali evidenziano un destino che si incarna sotto forma di umano martirio. Musica ricca di tradizione ma anche di modernità. Musica in grado di evidenziare la sua essenza, esprimendosi con creatività e progressione intensa, il tutto per dar vita ad uno palcoscenico sul quale esibire una intensa espressione di paganesimo rurale che rifiuta ogni modernità o dimenticanza delle tradizioni.

(Luca Zakk) Voto: 9/10