(Silver Lining Music) Una pubblicazione favolosa contenente musica vera, musica pura, musica infinitamente sincera. A differenza di molte metal band che hanno pubblicato, ad un certo punto della carriera, un live maestoso supportato da una orchestra sinfonica e/o un coro (tra questi Scorpions, Paradise Lost, Dimmu Borgir, Satyricon, Behemoth o Devin Townsend Project), i Soen preferiscono l’intimità di uno studio, lo storico Atlantis Grammofon Studio di Stoccolma, senza la ressa, senza quel fare pomposo e glorioso che forse poco si addice all’infinita malinconia di molti dei loro stupendi brani. Con loro pochi artisti, oltre ai tecnici si contano solo otto musicisti in tutto, impegnati con contrabbasso, piano ed organo, due violini, una viola, un violoncello e un coro di due voci femminili, scolpendo nota dopo nota questo “Atlantis”, il quale suona e mostra ottanta minuti di arte ai massimi livelli. Quasi un gruppo di amici che improvvisa, poco più di una dozzina di artisti immersi nella magia, con gli ospiti sicuramente lontani da quel tipico atteggiamento strettamente professionale di musicisti lontani dal genere ma pagati per suonare ed accompagnare un qualcosa di lontano dalla loro essenza. Basta osservare i loro volti: la violinista Karin Liljenberg a volte sembra immersa nella musica e nel suo strumento più degli Soen stessi, e stiamo parlando di una band che dal vivo è infinitamente espressiva, profondamente coinvolta nella dimensione musicale che si scatena dai loro strumenti, dall’incredibile voce di Joel Ekelöf. Filmato e registrato quasi un anno fa, il 10 dicembre del 2021, “Atlantis” contiene la magia di tredici brani dei Soen reinterpretati, riarrangiati e suonati live con la piccola orchestra. Tra questi pezzi anche il nuovo singolo “Trials” e la cover di “Snuff” degli Slipknot. La release esce anche in vinile, ma è innegabile che questo non è solo un live album da ascoltare come tanti altri, in quanto la componente visuale qui gioca un ruolo che trovo essenziale! Non si tratta di ascoltare, ma piuttosto di entrare in quella stanza dove tutti (tranne le coriste) suonano seduti, ammirandone l’arredamento spartano, le suggestive lampadine sparse tra i musicisti, quel vecchio juke box sul fondo, l’organo Hammond e la passione infinita che questo manipolo di musicisti, questa congrega di creatori di emozioni riesce a diffondere nell’etere, trasmettendola fuori dallo schermo, investendo con impeto lo spettatore. E se siete tra quelli che hanno avuto il piacere di assistere ad un loro concerto, potete capire quale livello di magia può essere in grado di diffondere questo “Atlantis”, questo loro ennesimo capolavoro!

(Luca Zakk) Voto: 10/10