(Naturmacht Productions/Rain Without End Records) Pesante e graffiante. Il duo svedese composto principalmente da Stefan Nordström dei Desolator, con il compagno Jonas Bergkvist, crea un’aura tetra, decadente, ma deliziosamente melodica, sulla scia di bands quali Katatonia, Swallow the Sun e certe epoche di Anathema o Paradise Lost. Il terzo album è molto ben composto, ben suonato e ricco di spunti che rendono l’oscurità una entità attraente, seducente e, grazie a trame sonore eccitanti, anche catchy e pesantemente coinvolgenti. Gusto drammatico ed evoluzioni death metal con “Dead Ends”, la traccia di apertura. Stupenda “The Discarded” con l’ospite Mikko Heikkilä (Dawn of Solace e Kaunis Kuolematon) alle clean vocals. Poetica e a tratti onirica “Reminiscence”. Incalzante e provocante “Existential Misshape”, un brano con una parentesi atmosferica inquietante e poderosa. “Nocturne” danza tra momenti idilliaci, divagazioni progressive di death melodico nordico, aperture dark ambient, regalando al brano una scenografia incantevole. Introspettiva “A Fleeting Moment”, mentre il percorso della conclusiva “The Recluse” riassume il gusto artistico dell’album, regalando un lungo brano che stimola e stuzzica tutti i confini sonori ideati dal mastermind. Il progetto di Nordström, nato quasi per gioco, sta diventando sempre più concreto: la presenza costante di Bergkvist, poi, viene affiancata dalla batteria di Victor Parri e backing vocals di Joakim Rudemyr (anche loro dei Desolator), oltre che dalle keys di Jari Lindholm (Enshine) e Gustav Gunnarsson (Ending Quest, band dove milita anche il duo che sta alla base dei Soliloquium). Album scorrevole. Intenso. In qualche modo mistico. Un doom graffiante ma mai macilento, sempre brillante anche nei momenti più crudeli. Le soluzioni melodiche che accompagnano ciascuno dei corposi brani rivelano un gusto compositivo veramente eccellente e quelle aperture malinconiche accentuate dalle clean vocals rappresentano ulteriori momenti di intensità artistica.

(Luca Zakk) Voto: 8/10