(Hellion Records) Il nuovo disco dei Soulspell, il quarto di questa band brasiliana sorta attorno al batterista Heleno Vale, mi sembra si presti bene a un discorso relativo alle metal opera nel 2017. Già, perché “The second Big Bang” è una metal opera, con un parterre di ospiti assolutamente straordinario: fra i cantanti abbiamo Fabio Lione, Andre Matos, Ralph Scheepers, Timo Kotipelto, Blaze Bayley, ‘Ripper’ Owens; fra gli strumentisti Kiko Loureiro, Markus Groesskopf, Jani Liimatainen, addirittura Arjen Lucassen… insomma, dieci anni fa avrei acquistato il cd a scatola chiusa, semplicemente leggendo i nomi degli artisti coinvolti. Però dieci anni fa le metal opera in giro erano cinque o sei al massimo; oggi sembrano essersi moltiplicate in modo spropositato, per cui il valore di queste iniziative si è inevitabilmente abbassato… sembra insomma che qualunque musicista di medio talento, ma con buona disponibilità di denaro e gli agganci giusti, possa mettere su un progetto come gli Avantasia! Ma pochi, pochissimi sono bravi a scrivere musica come Tobias Sammet o il già citato Lucassen: insomma, adesso leggere ‘metal opera’ non è più sinonimo di ‘disco sicuramente magnifico’. E “The second Big Bang”, ahimè, ha ben poco di magnifico… Abbastanza confusa, nel suo insistere sulla velocità, la titletrack; anche “The End you’ll only know at the End” sembra non seguire una linea compiuta con il solo scopo di impressionare l’ascoltatore. Finalmente energia in “Dungeons and Dragons”, e “Super Black Hole” ha qualche godibile passaggio di chitarra nel finale… ma temo sia tutto qui. Nel sovraffollamento del mercato, non credo basti per farsi notare; in cifra assoluta, non credo basti per una sufficienza. È il preludio al tramonto di questo format?

(René Urkus) Voto: 5,5/10