(Emanzipation Productions) Felix Stass, la voce dei Crematory, e Rogga Johansson, chitarrista dei Paganizer e tanti altri, non pubblicavano un album insieme dal 2017; allora con “The Darkside” fu l’esordio per questo progetto tedesco-svedese. I due ritornano con una graffiante opera di death metal nello stile della nazione scandinava, per il quale Rogga è un fiero e convinto promotore attraverso quintali di album pubblicati ogni anno con i suoi molteplici progetti e collaborazioni. Si ritorna agli novanta con “Songs of Flesh and Decay”, grazie ad un uso religioso dell’effettistica tipica del ‘death sound made in Sweden’. L’album lo si assimila tranquillamente con un paio di ascolti, pur essendo un po’ frenetico nei pezzi, e anzi chi segue Johansson,o tenta di farlo viste le sue tante pubblicazioni annuali, il fatto che l’altra chitarra e indicata come la principale sia di Kjetil Lynghaug, allora l’ascoltatore saprà già cosa potrà aspettarsi dall’album. Lynghaug collabora e ha collaborato con il suo collega nei Pasganizer, Johansson & Speckmann e in altri. I riff sono un elemento di forza, pur tattavia i suoni sono eccessivamente compressi e, almeno chi scrive, ha avuto il suo da fare per ‘sintonizzare’ l’udito al primncipio dell’ascolto dell’album. Insomma, al di là dei suoni e forse anche del mixaggio, “Songs of Flesh and Decay” è un album rispettoso dei cliché del genere, anzi della scuola svedese. La copertina di Juanjo Castellano è tra le migliori viste in giro negli ultimi anni.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10