copstormfagel(Sun & Moon Records) Forse in molti ignorano chi siano questi Stormfågel; magari si è portati a pensare ad un (altro) gruppo di black metal proveniente da qualche parte nel nord Europa. Invece qui di black metal non c’è manco la traccia, anche se l’oscurità è sicuramente dominate; la provenienza, tuttavia, è veramente nordica, dalla Svezia per la precisione. Gli Stormfågel hanno all’attivo ben altri quattro album e si concentrano in quel sound dark wave, il quale avrebbe monopolizzato il mercato di altre epoche, mentre oggi viene descritto con definizioni quali ‘neofolk’, ‘gothic’, ‘Martial PowerPop’ o ‘dark’-qualcosa. Io, preferisco l’auto-definizione della band, meno generica e più originale, una tetra frase del tipo “Voglio essere colui che descrive l’ultima caduta in disgrazia del genere umano. Possa io vivere per sentirne il rintocco della campana funebre”… ovvero un’espressione artistica raffinata di tutto quello che esalta la natura, nega le divinità ed evidenzia il declino irreversibile dell’umanità. Testi glaciali che creano disagio (“…as you grow young, I grow old” ) già dall’intensa opener “Ironclad”, brano ricco di melodia pop su una chitarra cristallina e delle tastiere funeree e ricche di spiritualità. “I Rörelse” è altrettanto intesa: la chitarra acustica crea atmosfera e diventa un elemento infinito dentro un drumming freddo e digitale; stupenda la parte finale, molto più elettronica, più digitale, più oscura. Anche “Against It All” è un inno alla tenebra a base di chitarra acustica posizionata su un drumming tribale, folk, neofolk. Esaltazione darkwave con la fantastica “Vapenvakt”, dove l’impostazione ritmica ed il singing marziale in lingua madre creano una sconvolgente ma attraente somiglianza con certi aspetti degli Rammstein. Digitale, atmosferica ed inquietante “Parables for the Blind”; Decisamente folk “Grafven utan Namn”, spiritualmente esaltanti “Vargarne Tjuta” e la meravigliosa “Risen from Ruins”, con un testo cupo, magico e sensuale. Marziale “Alas, For Woe!” mentre la conclusi a “Ve Mig!” pesta proprio su quella dimensione trionfale, un po’ epica, ancora marziale. Un album intenso, godibile, magnetico. Intensamente oscuro, brillantemente elettronico, con una gamma di influenze e suggerimenti che lo rendono pericolosamente irresistibile.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10