(InsideOut Music) Chi lo salverà il pianeta? Il populismo avanza ovunque, la verità perennemente dissimulata e il pianeta va a rotoli. I The Mute Gods per questo terzo album affrontano questi argomenti, dando dunque uno sguardo generale a molti temi che condizionano la nostra società. Nel contempo la band ha coinvolto anche Alex Lifeson dei Rush, Craig Blundell, batterista per Steven Wilson, e Rob Townsend, multistrumentista e collaboratore di Steve Hackett. Il mondo, il pianeta visto attraverso la colorata musica di Nick Beggs (Steve Wilson e Steve Hackett), Roger King (anche lui musicista per Hackett) e Marco Minnermann (The Aristocrats e The Sea Within), trio adagiato su un alternative prog con vaghi riflessi anni ’80 e ’90 in fatto di stile. Il tutto ha un suono moderno e una produzione eccellente. Al di là di questo le canzoni dei The Mute Gods sono placide, godibili, mai intricate. Andature stabilite in ogni canzone e melodie che scorrono, tutto in maniera univoca, senza eccessi e cambi di tempo, puntando su una sequenzialità lineare, scorrevole. L’inizio di ogni brano è la sua chiara manifestazione di ciò che sarà durante tutta la propria durata. Flebili variazioni, synth che stendono i veri tappeti cangianti sono gli elmenti salienti, oltre ai buoni contrappunti della chitarra. “Knucklehed” potrebbe concretamente riassumere il tutto. Alla voce Nick Beggs oltre che ai synth e chitarre, stessi strumenti per Roger King che ha curato anche la produzione. Addirittura anche Minnermann oltre alla batteria partecipa con le chitarre. Un insieme di idee e di strumenti ben perfezionati, creano una dimensione variopinta, creata con canzoni arrangiate alla perfezione e tali da essere assimilabili con piacere.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10