11x17Abbiamo recensito il loro EP. Li abbiamo intervistati per capire chi fossero questi quattro ragazzini di Torino, capaci di scatenare questa furia all’insegna del Thrash Metal. Ora sono arrivati all’appuntamento della vita per una band: l’album di debutto. Metalhead è ora orgogliosa di presentarvi “Privilege To Overcome” in anteprima, con una descrizione traccia per traccia, scritta cercando di contenere l’irresistibile voglia di pogo e distruzione che questo album è in grado di provocare. In attesa del 29 Aprile, data di release ufficiale…

In collaborazione con  Pubishment18 / Andromeda.

01 – Spell Of The Moon
Dopo un inizio che stuzzica il centro nervoso facendo venir voglia di distruzione, il pezzo diventa furioso. Veloce. Volano i denti. Tutto normale. Fino a metà canzone. Le cose diventano granitiche. Cadenzate. Pesanti. Altri denti che salutano la bocca. Gli inserti di doppia cassa spappoleranno le vostre casse acustiche, e non potrete continuare ad ascoltare il disco. Peccato. Seguono gli assoli super veloci, e super tecnici. Cambiate casse e continuate. Ma fate come me. Aggiungetelo ai pezzi preferiti.

02- L.F.D.Y
Qui si apre con il classico invito al massacro tipico del thrash. Poi arriva il corpo del pezzo, che è un muro di cemento armato. Ci sono cori. La batteria ha mille pezzi, ed il batterista li massacra tutti. Le strofe sono sputate dentro il microfono. La batteria pesta sempre più duro. Ancora assolo prima della metà del pezzo. Questo chitarrista ci sa fare. Ed arriva anche qui la metà canzone. Tutto si placa, e lascia emergere un basso metallico di quelli che solo D.D.Verni sa concepire. Ma qui non c’è Verni, c’è Robba. Il coro ed il riff che segue sono armi che dovrebbero essere proibite. Altro assolo, altra estasi, abuso del bending, il ponte della chitarra è da buttare. Tra le migliori!

03 – Order Of The Black
Sembra un cataclisma generato da un conflitto tra Anthrax e Slayer. Pezzo feroce, sostenuto, rabbioso. Sentimenti di violenta vendetta espressi con un thrash irresistibile, di quelli che fanno tremare il palco, la casa, e pure le lapidi delle tombe. Svegliando chi sta sotto. L’intermezzo cadenzato è un perfetto esempio di devastazione, una ritmica massacrante, travolgente che sfocia in un assolo di matrice Slayer, dove la chitarra viene torturata senza alcuna pietà, portando il pezzo verso livelli prettamente death metal. Irresistibile!

04 – Stigmatized Reality
Riff iniziale fantastico. Urlo bestiale, e sessione ritmica che massacra, lacera, devasta. Pezzo anticristiano, testo aggressivo, violento, roba da metterci sopra il “parental advisory”. La canzone ha un ritmo sostenuto, implacabile, ma anch’essa offre un intermezzo mid tempo che frantuma le ossa. Si definisce il marchio di fabbrica degli Ultra-Violence, che riescono a ridefinire le regole del thrash, con l’aggiunta di tecnica e melodie estremamente valide nella composizione degli assoli.

05 – Restless Parasite
Il thrash è sempre stato ribellione e dito medio ben visibile. Questa canzone è la reincarnazione di quei sentimenti, e riesce a compattare nei suoi tre minuti scarsi una dose di rabbia infinita, arricchita da un riffing malvagio, e da un drumming travolgente. L’odio espresso dal testo non lascia spazio ne a metafore ne a doppi sensi. Questo è odio, questo è un pugno piantato in piena faccia, un calcio in pieno plesso solare.

06 – Turn Into Dust
Canzone di guerra, in perfetta ispirazione Sodom. Un soldato sta per morire, ed i suoi ultimi sentimenti sono contro la società che l’ha usato come carne da macello in una guerra che lui non capisce, che lui non vuole. Canzone malinconica? Si chiamano Ultra-Violence, cosa pesante vi venga sparato dentro la testa? Questo pezzo è un proiettile che lacera pelle, ossa, cranio, cervello, vita. La voce di Loris qui viene spinta oltre, risultando particolarmente brutale, ai limiti del growl, mentre le dita di Andrea volano sul manico della chitarra lacerando l’aria con un assolo travolgente. Più che una canzone si tratta di un’arma mortale.

07 – The Voodoo Cross (spoken word by Tony Dolan)
Le parolacce e le bestemmie che vengono spontanee ascoltando questa traccia verrebbero qui censurate. Le lascio quindi a voi. Qui si inizia con un duetto basso e batteria di quelli che fanno male. Non è doloroso a sufficienza? Arriva una chitarra che è una sequenza di martellate sulle dita. Tutto suona così dannatamente metallico, con quella ritmica lenta ma esageratamente accentata, teste che si muovono a tempo, chiome incolte che volano, mentre le corde del basso di Robba vengono condannate a morte. Morte violenta. Una canzone oscura, dannata, infernale musicalmente, occulta a livello di testo. E come se non bastasse, lo spoken word di Tony “Demolition Man” Dolan (Venom, M-Pire Of Evil) supportato da quell’inquietante arpeggio, dipinge letteralmente di nero l’atmosfera creata da questo pezzo, che è sicuramente tra i miei preferiti.

08 – You’re Dead!
In questo album ci trovo più di un tributo ai mitici S.O.D. Ma questa “You’re Dead!” ne è l’esaltazione. Cinquantacinque secondi. Veloce, violenta, compressa, con quell’intermezzo di basso che da la carica che porta alla distruzione. Cinquantacinque  secondi per dirti, urlarti, che t’ho preso e che ora muori. Sparatevela il lunedì mattina alle 8:00. Alle 8:01 non avrete un capo. Non avrete un lavoro. Non avrete la libertà, ma, diavolo, vi sentirete schifosamente bene! Godimento totale!

09 – The Beast Behind Your Back
Jack The Ripper. Famoso. Ed una band che si chiama Ultra-Violence non poteva non cantarne, con lode, le nefandezze. Una canzone che è un omicidio. Un’agonia. Musicalmente siamo all’eccellenza. Un riff maestoso che ricorda i Death domina su tutto: un pezzo che tocca gli estremi, melodico e tagliente da una parte, violento fino ad assaporare il marciume del black metal dall’altra. Pezzo fantastico!

10 – 10.000 Ways to Spread My Hate
La vendetta è un argomento prezioso per il thrash.  E, credetemi, in questa traccia troverete una miniera inesauribile. Canzone veloce, sostenuta, dove la voce si fa devastante, tirata, con momenti che ricordano Tom Angelripper dei Sodom. Il riff dominante è lacerante, a conferma che questi ragazzi sono degli operai assunti a tempo pieno, in una fabbrica che produce riff monolitici d’acciaio inossidabile, pensati per schiacciare qualsiasi cosa sotto il loro peso.

11 – Metal Milizia
Cover degli IRA, band storica della scena Torinese che da i natali agli Ultra-Violence. Brutale, veloce. Ben suonata e registrata. E’ un autentico piacere sapere che questi ragazzi sanno rendere onore alle loro origini. Merce non comune al giorno d’oggi.

12 – When Future and Past Collide
Meravigliosa introduzione alla chitarra acustica suonata da Andrea. Inquietante, melodica, triste. Ed Oscura. Prende per mano, ed accompagna dolcemente verso…

13 – Ride Across The Storm
…Black Metal? L’inizio di questo pezzo è stupendo, ed osa spingersi verso i confini del genere oscuro per eccellenza. Ma gli Ultra-Violence suonano thrash, e questo pezzo mi vomita addosso una tonnellata di metallo rovente, doloroso, mortale! Testo fantasy, brutalità musicale. Una canzone aggressiva e travolgente, la perfetta closer di questo stupendo album.

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(Luca Zakk)