(Century Media Records) Molto attivi gli inglesi Venom Prison, i quali in sei anni giungono con questo al quarto full length (il terzo, se consideriamo che quello del 2020 contiene vecchi pezzi ri-registrati). La loro crescita tecnica, la loro visibilità in espansione, i loro concerti massacranti hanno poi meritevolmente attratto l’attenzione della Century Media la quale accompagna la band capitanata dalla feroce vocalist Larissa Stupar verso la continuazione del viaggio, verso una nuova dimensione. Dieci brani di ruggente death metal, mai banale, sempre imprevedibile, ricco di tecnica, di dettagli ricercati e, rispetto al passato, con una direzione più concreta, più stabile, meno dispersiva, molto più melodica, tanto che Larissa trova anche spazio per delle ottime clean vocals. Furibonda, ricca di melodia e capace di scatenare “Judges Of The Underworld”. L’evoluzione melodica della band è palese sull’ottima e tuonante “Comfort Of Complicity”. Le clean vocals aprono con atmosfera introspettiva “Pain Of Oizys”, una impostazione quasi prog per una canzone che poi cresce d’intensità finendo per giocare con intelligenza tra sezioni delicate e violenza a base di death ultra melodico. Imponente e criptica “Gorgon Sisters“, travolgente e decisamente catchy “Veil Of Night”, prima della pulsante, irresistibile, seducente nonché conclusiva “Technologies Of Death”. I Venom Prison hanno vagano nelle loro tenebre per qualche anno, provando ad inerpicarsi lungo sentieri impervi in quel processo di ricerca della direzione stilistica a loro più consona; “Erebos” è il punto di arrivo di questo percorso, è il successo di questa ricerca ed è un loro grandioso nuovo punto di inizio. Un album potente, accattivante, provocante, ma anche decisamente fruibile, anticipato da una bellissima copertina e con la firma del mitico Scott Atkins (Cradle Of Filth, Behemoth, Benediction)!

(Luca Zakk) Voto: 8/10