(Scarlet Records) Grandi testi, grande power metal, epica debordante e ritornelli accattivanti. Veonity hanno inciso un album da amare, cantare, ascoltare. Non si può nascondere che nelle pieghe di tante soluzioni si avvertono principalmente soluzioni scandinave da parte della band svedese, tuttavia in diversi ritornelli si avvertono i Freedom Call. “Elements of Power” con un paio di ascolti diventa qualcosa parte di se stessi. Veonity assestano un colpo dopo l’altro e canzone dopo canzone tutto fila liscio, anche nei suoi momenti orchestrali tratteggiati da sintetizzatori magniloquenti. “Gargoyles of Black Steel” è una delle migliori composizioni: scale che si rincorrono, scariche di batteria che sostengono ogni evoluzione delle chitarre, in un brano che parte in crescendo. “Elements of Power” però è tutto un crescendo, infatti canzone dopo canzone Anders Sköld, anche chitarista insieme al solista Samuel Lundström, esprime nuove vocalità, con linee melodiche sempre più potenti che contribuiscono a smussare le velocità dei pezzi che restano comunque vertiginose.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10