(Defox Records / Invincible Records) Debutto esplosivo per questa band italiana impegnata in un death metal con pesanti risvolti digitali, remotamente ispirati ai Rammstein. Anzi, l’intero album spazia proprio tra una strana mescolanza dei generi: death, industrial ed elettronica estrema… con l’aggiunta dell’inconsueto cantato in Italiano! Questo death industriale appare diverso dal previsto, dal noto: è ricco di potenza, di ritmica, ma queste divagazioni elettroniche importati aprono nuovi scenari, pur rimanendo fedele ad un death più classico specialmente grazie all’impostazione timbrica del vocalist. “Gastown” ha divagazioni grind, pur mantenendo un assalto frontale prettamente death, in linea con certe espressioni dei Fear Factory. “Mai Più” ha un groove micidiale accentato da linee di basso vagamente funky, perfettamente incastrante nella brutalità di un brano con un crescendo letale. Grezza ma futuristica “Weiss”, richiami symphonic black con “Eden”, perversa “Crimini”… forse uno dei brani più di stampo Rammstein per quanto riguarda ritmiche ed inserti elettronici, anche se il vocalist continua ad offrire una variante completamente diversa da ciò che appare prevedibile. Contorta “Bonnie Rotte” mentre è assolutamente subdola e deliziosamente digitale “Claustrofobia”. Interessanti, suggestivi, provocanti, diretti e -anche grazie alla lingua- meravigliosamente espliciti. Death metal crudele, grezzo, arrabbiato incastonato in un tappeto sonoro esaltante, creativo e decisamente stimolante!

(Luca Zakk) Voto: 7/10