(Eternal Death) È bellissimo quando una pubblicazione lo-fi si confonde con una registrazione palesemente economica o amatoriale, quando i suoni sono così pessimi ed aggiustati con volumi così mal tarati, riuscendo comunque a mostrare una sostanza tale da far confondere l’album con un bootleg di serie B catturato in occasione di un concerto in realtà decisamente memorabile. Il duo americano Wald Krypta è sicuramente prolifico: dal 2018 a oggi, questo “Possessed by Nothingness” è già il terzo album, discografia alla quale si aggiungono anche due demo (tra cui il profetico “Pandemic Winds…” del 2016!!!)… e se guardiamo i nomi degli artisti, possiamo subito notare che l’esperienza non dovrebbe mancare affatto, visto che qui ci suona Einsam (chitarra e testi, anche membro ed ex membro di così tante band -spesso one man band- che è impossible elencarle tutte) e Heresiarch (batteria e voce, elemento già coinvolto dal compagno in altri progetti). “Possessed by Nothingness” è un maledetto album di ottimo black metal vecchia scuola: voce feroce, riff pregni di malvagità, eccedenze melodiche superlative, spesso un groove travolgente, black esattamente in linea con la definizione del genere stesso. Furiosa e pungente “Wind’s Anger”. Nel frullato di suoni emerge la melodia epica della title track, mentre p tetra e con un mid tempo pulsante “Drowned Into the Last Realm”. Ecco una remota malinconia sulfurea con “Aglare of Burning Winds”, irresistibile quella componente DSBM trasudante da “Beneath a Dying Sun”. Occulta “Ruined Sanctuary”, prima della conclusiva e spietata (anche per l’ulteriore peggioramento dei suoni!) “Corrupted In Eternal”. Americani ma con impostazione da Les Légions Noires. Materiale sconsigliato a chi ama solo il black di nuova generazione, il black esteticamente curato e circondato da grandiosità sinfoniche. “Possessed by Nothingness” è una mezzora di mazzate nel nome del black metal più antico, più classico, sia per quanto riguarda il suono che la mentalità devota alle arti oscure. “Possessed by Nothingness” è indubbiamente un album con ogni cosa al suo giusto posto: il duo sfuggente e quasi misterioso, cosa in linea con gli stage name e pure con il moniker, una copertina deliziosamente epica, rigorosamente in bianco e nero, più o meno riportante un disegno storico o una imitazione dello stesso, tanta furia dannata ma abbinata ad una capacità di creare strutture sonore avvincenti e meravigliosamente attraenti; tutto questo, però, spinto a calci dentro un mixer e poi passato per un tritacarne che ne ha concepito in qualche modo un master, il quale questa volta non solo va a riversarsi sulla cassetta, ma anche su un ruvido vinile, ovvero un oggetto dall’oscuro erotismo sul quale la puntina del giradischi dovrà farsi strada sudando sangue.

(Luca Zakk) Voto: 8/10