copwecameasr(Nuclear Blast) Il metalcore è un genere che sta sulle scatole a molti metallari di vecchio corso. Tuttavia credo che in fondo c’è una forte differenza di vedute tra queste band e la “vecchia generazione”. Gli appassionati vedono i We Came As Romans tra i maggiori rappresentanti e, credo anche a pieno titolo, tra i migliori del movimento metalcore. Li guardi, sono giovanissimi, look generazionale tipico, le canzoni poi sono sempre con due piedi in una sola scarpa, visto che la band fraziona dosi di metal con il punk e il pop. Assetano delle buone idee e soluzioni già con la title track e “Fade Away”, le prime due canzoni dell’album; poi arriva “I Survive”, un brano che non ha più nulla del metalcore e sembra una vera incursione nell’emocore. Possibile che la band banalizzi così palesemente da subito quanto di buono ha proposto, dal punto di vista metalcore, già ad inizio album? Si, perché in “Tracing Back Roots” la band del Michigan ha voglia di allettare i propri fans con due canzoni robuste e sconquassanti, ma sempre ben rifinite (negli arrangiamenti tante band avrebbero da imparare da loro), seguite da almeno una canzone che presenta toni più docili. Non che “Never Let Me Go” sia pop quanto “I Survive”, lo è molto meno, è più dedita al metalcore del tipo bordate a base di breakdown e aperture melodiche zuccherose. “Hope” si inietta chili di elettronica, “Tell Me Now” gioca con elettronica di tipo orchestrale, regalando fasi stucchevoli e ottime per un singolo e magari e relativo video ad effetto. Dopo queste due ecco “A Moment”, brano fruibile e che non impressiona per le chitarre che vanno su quegli accordi aperti che creano solo uno sfondo chiassoso, mentre le vocalità sono la vera melodia portante del brano che regala anche cori ad effetto. Un senso pop è comunque diffuso nella canzone. Chiudono “I Am Free” e la caotica “Through the Darkest Dark and Brightest Bright”. Caotica per l’eccesso di convivenza tra cori, elettronica, orchestrazione e chitarre rumorose. Le due voci, David Stephens e Kyle Pavone, sembrano in forma. Puntuali, sapienti nel dividersi il lavoro. “Tracing Back Roots” presenta una gamma di soluzioni diverse che permetteranno all’album di farsi largo nelle posizioni di classifica, prendendosi ovviamente la giusta dose di entusiasmo dai fans. Quelli della nuova generazione.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10