(Candlelight) Il black metal più selvaggio, epico, dilatato e primordiale. I pezzi che si allungano come un universo in espansione, per via di un minutaggio delle canzoni che tende ai o supera i 10′. I Wodensthrone (inglesi di Sunderland) sono al secondo album (prima ancora hanno partecipato a due split), ed evolvono il proprio sound in modo compiuto. Black metal di stampo epico, legato a desolanti scenari naturali che dormono nei freddi inverni. La cavalcante distruttività pagana degli Enslaved o la furia dei primi Emperor, i synth che fanno da sfondo a tappeti di chitarre che tramano e ricamano melodie che si fondono. Questo è lo scenario di “Curse”, dove ampi fasi melodiche o tali da mimare una melodia, sempre arcigna e barbarica, si susseguono continuamente. “Jormugandr” è fatta di ampie ed epiche sonorità e “First Light” è maciullante con le chitarre agitate e divoratrici. Le canzoni sono scorrevoli, comunicano un insieme evocativo e la produzione aiuta ad elevare la qualità intrinseca del sound, ma queste canzoni poi non hanno niente di nuovo da dire. “Curse ” non è più avanti di tanti album del genere che lo hanno preceduto e sebbene i Wodensthrone abbiano fatto un passo avanti per loro stessi, non riescono fuoriuscire più del dovuto dal magma affollato del black metal.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10