(Hummus Records) Niente metallo, ma tanta seducente oscurità da parte di questo trio svizzero! Ipnotici, devoti ad un rock tanto brillante quanto darkwave, fedeli ad una ramificazione selvaggia della pazzia del krautrock, sfiorando quelle ambientazioni inquietanti che ricordano gli Ulver di oggi. Sperimentali, assurdi, ossessivi, spesso etnici, in grado di catturare, di coinvolgere, di trasportare in una dimensione eterea alla quale difficilmente si può resistere… ammesso lo si voglia davvero. In giro da tre lustri, con un moniker ispirato al folk giapponese, non passano inosservati, invadono palchi e festival e, finalmente, trovano casa nell’eclettica Hummus Records, dando i natali a questo “Wir Sind Da”, a questi 8 brani eccitanti, provocanti, tanto luminosi quanto deliziosamente tetri. Pezzi come “Calling for Love” destabilizzano mentre invitano a muoversi inneggiando agli Ulver e, nel frattempo, ecco questa “Nebelmeer” molto tetra, dannata, decadente e favolosamente cosmica. Potenza etnica con “Asphalt Astronaut” e “Haraban”, quest’ultima più ossessiva e ipnotica; “Black Meadow” non può non far pensare ai mitici Hawkwind, divagando poi al dark funk di “Coma in Paradise”, e all’instabilità mentale di “Frast Franz”, prima della conclusiva “Aufzug Liebe Liebe”, palesemente ispirata ai migliori anni ’80, al rock psichedelico settantiano ed ad un mix di influenze travolgente. Irresistibili, tuonanti, avvolgenti. Musica, beat e atmosfera alla quale è davvero impossibile resistere!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10