(Ván Records) Dopo diversi ascolti di questo album, di questo contorto “In The Days Of Whore” sono giunto alla conclusione che laggiù in Grecia tra meraviglie storiche e una terra incantevole, devono anche sicuramente girare sostanze molto allucinogene, in quanto la prima band che vi viene in mente capace di queste sonorità geniali, oscure, teatrali e progressive sono gli Hail Spirit Noir… connazionali di questi Zaratus. Nonostante si tratti di un debutto, il duo che sta dietro questa idea è tutt’altro che debuttante, in quanto i Zaratus sono composti da Stefan Necroabyssius -il vocalist di altre note realtà elleniche quali Varathron, Katavasia e Funeral Storm- e Bill Zobolas, poli strumentista in forza -tra gli altri- a Soulskinner e Thou Art Lord. La radice è decisamente il black metal, ricco di growl, sfuriate, violenza ma ogni singolo pezzo offre una teatralità poderosa, narrante, ricca di cambi, divagazioni sinfoniche elaborate e mai fine a se stesse, con ritmi, suggestioni, idee e varianti sempre incalzanti e travolgenti, esaltando un senso epico, maestoso, spesso con direzione avant-garde. Subito fuori dagli schemi la opener “Ceremonies Before Light’s Existence”: incalzare sinfonico su ritmiche crudeli con svolte e linee vocali teatrali. Più aggressiva “Darkness And Decay”, canzone dotata di un intermezzo ipnotico e surreale, nel quale la chitarra classica accompagna con inquietudine verso un finale sferzante. Anche la title track include tra picchi di furia un intermezzo drammatico e tetro, mentre la lunga “The Haunted Palace” si rivela catchy, vagamente folkloristica e capace di annegare nella potenza del black suggerimenti appartenenti ad un heavy più classico. Oscurità ossessiva su ritmi più lenti e marziali sulla bellissima “Chaos And Blood”, rinnovato vigore con arrangiamenti interessanti ed un break down superlativo su “Heritage Of Fire”, brano che tra le altre cose regala linee di basso veramente intense, prima della conclusiva “Zoroastrian Priests”, forse il pezzo farcito delle più stravaganti sonorità dell’intero lavoro. Dietro una copertina stupenda, con una registrazione sublime, ricca di dettagli e capace di un suono avvolgente, “In The Days Of Whore” è un album che rappresenta un viaggio verso tempi antichi -materiale non certo sconosciuto ai greci- attraverso misteri primordiali puntando ad un’origine spirituale nella quale male e bene, oscurità e luce erano un’unica poderosa essenza.

(Luca Zakk) Voto: 9/10