(Tsunami Edizioni) L’autrice, assistita dalla coautrice Simone Ubaldi, è stata moglie di Bon Scott, lo scomparso cantante degli AC/DC negli anni tra il 1974 e il 1980. Irene Thornton inizia col raccontare le sue origini, la famiglia, l’infanzia, la scuola, gli amici e tutto il resto. Cresce, inizia a lavorare, conosce un ragazzo prima e poi Il Bastardo. Quello che a detta di Irene è «il fidanzato più stronzo che si possa avere», eppure con lui affronterà tante novità, come il bere forte e le droghe, pur restando lontana dalla dipendenza. Con Il Bastardo conosce anche nuove frontiere della musica, oltre alle novità anche in fatto di moda, cinema, arte e ulteriori interessi. Si trasferisce a Londra per raggiungere Il Bastardo, che in realtà le ha raccontato di andare a Singapore, e lì la loro storia giunge poi al capolinea. Irene, allora ventenne, per quanto gli dia fastidio nominarlo ancora, a quei tempi in fondo ammette che Il Bastardo le piaceva. Tuttavia però Il Bastardo non è Bon Scott, bensì un personaggio che spunta nella vita di una ragazza appena maggiorenne di Adelaide, in Australia.

Bon Scott arrivò in Australia dalla Scozia perché la sua famiglia partecipò al programma governativo di trasferimento assistito in quello stato. Irene vede per la prima volta Bon ad una festa, in una comune, lui è il cantante dei Fraternity, un gruppo che si sta facendo strada. Ha un braccio attorno a una ragazza e nell’altra mano un drink, ma Irene non ha una buona impressione. Forse è anche peggio quando poco dopo lei, durante la festa, alla ricerca di un bagno apre per sbaglio una porta dietro la quale su un letto c’è il suo futuro marito nudo e con un piede di una ragazza infilato nella bocca! La seconda volta è in un negozio dove lavora un’amica di Irene con la quale parla, con in torno altre ragazze, Bon Scott decide di entrare facendo una capriola per le scale che portano dall’ingresso fino a giù al negozio sito in uno scantinato. Il risultato è che ruzzola malamente lungo tutti i gradini. La loro relazione non sbocciò subito, viste le premesse, ma sbocciò!

Irene mette in fila i suoi ricordi e il suo punto di vista su ogni evento e aneddoto da quando Bon Scott entra nella sua vita. Si sposano infatti il 24 gennaio del 1971 Irene e Bon e divorziano nel 1977 e nel mentre ne successero di cose, belle e brutte. In realtà la loro convivenza di fatto dura tre anni, ma «il tempo che avevamo passato da separati corrispondeva a quello che avevamo passato insieme». La relazione tra i due è già incrinata quando Bon Scott rimane vittima di un incidente in moto. Bon resta in coma e Irene lo veglia a lungo, quando un giorno la macchina del battito cardiaco si arresta e un’infermiera entra di corsa per rianimarlo. In fondo alla pagina in cui racconta delle dimissioni dall’ospedale, Irene scrive «lui era diventato una mia responsabilità e non era più il mio amante». Righe che mostrano dunque il punto di non ritorno di una relazione usurata. I due non erano più innamorati, eppure la convivenza continuò e funzionava comunque, come due buoni amici.
Lo scossone definitivo arriva con gli AC/DC. Nell’agosto del 1974 infatti Bon Scott li vede suonare per la prima volta, al Pooraka Hotel di Adelaide per il tour di Lou Reed e Stevie Wright. Gli AC/DC sono di Sydney, capitanati da Malcom e Angus Yong, fratelli minori del grande George degli Easybeat. Quest’ultima band suonava del pop e aveva conosciuto una certa notorietà anche a livello internazionale. Gli AC/DC esistono da un anno, non sono ancora arcinoti, e cercano un nuovo cantante e guarda caso George conosce Bon Scott per via dei Valentines, sua ex band, e i Fraternity. Bon Scott gli viene suggerito da Vince Lovegrove, un amico comune e compagno di una cara amica di Irene, Julie. Il concerto al Pooraka Hotel si svolge con la band senza cantante, solo pezzi strumentali. Ad un certo punto Vince fa un cenno a Bon di salire sul palco e unirsi alla band. Come va a finire lo sapete tutti.

Bon Scott per unirsi agli AC/DC avrebbe dovuto trasferirsi a Sydney e Irene non vuole seguirlo. I due prendono a vivere ognuno la propria vita. Bon tra groupie, la fama crescente di una band che scriverà tempo dopo il proprio nome nella storia del rock, Irene invece tra un’esistenza ordinaria, fatta di impieghi per sbarcare il lunario, poche relazioni, amici, la famiglia e i suoi interessi. Nel mentre però quel legame prosegue, i due restano in contatto, attraverso lettere che Bon scrive a Irene e pubblicate nel volume, telefonate e visite del cantante quando passa dalle sue parti. Questo libro è il racconto di una donna innamorata e degli anni vissuti al fianco di Bon Scott, diventano poi gli anni di una donna disillusa, forse stanca di come sono andate le cose nel matrimonio, diventata poi un’amica del suo uomo e che vive gli anni seguenti alla convivenza senza dimenticarlo, e non solo perché rimane per qualche anno legalmente suo marito. Soprattutto però è lei a non essere dimenticata da lui.
Irene Thornton con estrema e sincera semplicità tratteggia un personaggio bizzarro e un po’ teppista, istintivo e genuino, casinista, allegro, nonché generoso, leale, dotato di forza d’animo. Irene è in fin dei conti la vera protagonista di questa storia. Da moglie di Scott racconta tutto e mette a nudo ogni aspetto della relazione, analizzando sia lui che sé stessa. Dalla separazione in avanti ci porta con sé attraverso la sua vita, nella quale compare regolarmente Bon. Di questa ventenne, si ha l’impressione che resterà costantemente una donna dal fare concreto, dall’ironia arguta e dallo spirito pratico nel gestire le necessità e i bisogni di vita. Fino a un’altra relazione che la renderà poi madre. Il tutto avviene con un linguaggio semplice, breve, diretto. Onesto, molto.

Irene Thornton non è mai stata contenta di essere ricordata e considerata solo come la moglie di Bon Scott: «per me essere sposata a Bon Scott fu una benedizione a metà. Quando sposi una persona che diventa una superstar, la gente tende a ricordare solo quella cosa di te. La tua vita viene ridotta solo a quel piccolo dettaglio, come se fossi una caricatura. Io ero una persona, con le mie sfaccettature, già prima che arrivasse Bon, e da quando è morto ho vissuto un’esistenza parecchio complicata, ma a volte sembra che il nostro matrimonio sia l’unica cosa di me che valga la pena citare». Bene, questo libro è la storia della vita di Irene, nella quale ci trova anche posto addirittura un certo Bon Scott.

(Alberto Vitale)