(Purity Through Fire) Ci hanno messo molto tempo i finlandesi October Falls per dare un seguito a “The Plague of a Coming Age” uscito ben sette anni fa (recensione qui), periodo interrotto solamente da una compilation (nel 2014, qui) e da uno sporadico singolo a metà scorso decennio. Quinto lavoro, quinto macigno che si inerpica su sentieri ventosi, accecati da scenari poderosi, sia violenti che spirituali, annegando le divagazioni folk in un’oscurità black metal orientata all’aggressività della natura. Grintosa e piena di suggestive melodie la lunga title track posta in apertura; un brano con ricche aperture folk che si fanno violentare da un black viscerale e dannatamente puro. La melodia dominante di “The Endtimes Rising” tocca sensazioni doom e goth, evolvendosi, contorcendosi e tornando al punto di partenza, regalando una percezione di infinito, in linea con lo stesso titolo. Spietata “The Ruins of What Once Was”, un black dal sapore old school, sbranato da riff intensi, tremolo vibranti ed un drumming decisamente travolgente, mentre appare favolosa “Hammering the Tide”, con quel un mid tempo sferzato da tremolo glaciali, pulsazioni dal gusto sciamanico, linee vocali abbandonate ad uno stato di sofferenza/insofferenza. La conclusiva “The Flood of Drought” offre una percezione di epilogo, di trasmigrazione da uno stato di tensione brutale verso un’epicità in bilico tra la rassegnazione dei mortali e la gloria di creature trascendentale superiori. Album che si rivela più black metal, più rabbioso: c’è ira ed aggressività questa volta, piuttosto che quella sublime tristezza che caratterizzava il lavoro precedente. E forse è così che essere, oggi, adesso, ora: quei sentimenti uggiosi ed intimi che dominavano il precedente lavoro hanno continuato lungo quel sentiero discendente, verso l’abisso, verso il nulla… prima dell’inevitabile risalita, l’inevitabile presa di coscienza, la necessaria forza ritrovata che converge in sentimenti pregni di sublime, gelido e meraviglioso odio!

(Luca Zakk) Voto: 9/10