(code666) Il secondo album della one-man-band Stielas Storhett, esce a cinque anni dal precedente e sotto una gestazione considerevole. Damien T.G., c’è lui dietro al monicker Stielas Storhett, ha composto “Expulse” tra il 2008 e il 2009 e ultimato le registrazioni alla fine dell’estate 2010. Chitarre fragorose, pochissimi momenti veloci (capitano in “Angel of Death” e “Two Lifless Month”) e tante situazioni d’atmosfera, questo è il black metal del russo polistrumentista. Un black metal pregno di emozioni e stati d’animo, capaci a volte di abbandonarlo totalmente e dirigersi verso territori più sul versante del rock psichedelico e introspettivo, come con l’incipit della titletrack disegnato dal sassofono oppure nei momenti riflessivi di “Hush-a-Bye” e “All Paths Lead to Oblivion”. E pensare che “Expulse” viene aperto con le urla di una donna che fanno gelare il sangue, ma tutto quello che ne segue è un’altalena di suoni distorti, e non solo, ma con alto tasso melodico e con le parti black inclini a ripetere i propri riif, sullo stile di Burzum, con la differenza che i pezzi di Damien T.G. sono più dinamici e variabili. Rispetto al precedente EP “SKD” il sound è meno grezzo, le canzoni hanno più strutture e confereriscono a “Expulse” l’aspetto di una rlease matura e concepita con volubile sperimentazione.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10