(BMG) Vogliamo dare in numeri? Ok. Si formarono 44 anni fa. Debuttarono nel 1977, anche se dovevano farlo nel 1976 con “On Parole”. Ormai sentiamo la mancanza di Lemmy da ben 4 anni, anche se per molti è uno spirito immortale. Sono passati ben 40 anni sia dall’uscita a posteriori proprio di “On Parole”, ma –soprattuto- di due pietre miliari: “Overkill” e “Bomber”. “Bomber”, tra l’altro, scatenò quel famoso tour che si portava appresso il gigantesco bombardiere che veniva precariamente appeso sul palco sopra i musicisti… mezza tonnellata di metallo minaccioso… tanta roba… anche se solo una minima percentuale delle mazzate heavy metal che Lemmy & Co hanno sempre scaraventato contro il pubblico, tra l’altro spacciandolo per semplice rock’n’roll. In quel 1979 ne successero di cose. Non solo i due nuovi album, ma anche concerti, tour, concetti di devastazione assoluta portati ovunque ed a volumi illegali. Chi ha visto i la band dal vivo, diciamo, nel nuovo millennio può solo immaginare quale massacro sarà stato un concerto nel 1979! Certo, i Motörhead non hanno inventato il metal, prima vennero Deep Purple, Led Zeppelin ed in particolare i Black Sabbath, ma i Motörhead ci fecero rendere conto che la musica poteva essere veloce, molto veloce, assolutamente grezza, spietatamente cattiva, incessante e maledettamente alta. Ogni band metal, dagli anni ’70 in poi, deve tutto a Lemmy e ai Motörhead. Il thrash, il death, il black… nessuno di questi generi, probabilmente, esisterebbe senza i Motörhead. Poi possiamo divagare sui dettagli di questa affermazione, ma i Motörhead sono stato, sono e sempre saranno i Motörhead. Se non ci fossero stati, forse, sarebbe arrivato qualcun altro al loro posto, è un po’ così che funziona, ma furono loro a dettare legge, a mietere vittime, a segnare il percorso. A fondare una religione. I Motörhead sono pura leggenda. Una pietra miliare della musica dura con favolosi testi che rivelano il marcio che ci circonda. Con la morte di Lemmy si è chiuso il sipario sui Motörhead, e visto che sono morti anche Fast Eddie Clarke e Philthy Animal i Motörhead dell’epoca sono solo storia: ci rimangono i dischi, i ricordi dei concerti, i libri, la storia. Il mito. Per alimentare quel mito che non può e non deve morire, questa consistente pubblicazione offre una chicca imperdibile per i fans della band, per i più giovani che all’epoca non c’erano, per i collezionisti… e per tutti gli amanti dell’heavy metal. Non solo vengono ripubblicati “Overkill” e “Bomber”, opportunamente rimasterizzati, con foto, materiale esclusivo, interviste e dichiarazioni, ma esce pure un mega boxset (anche in edizione limitata) il quale non solo contiene i vinili remaster di “Overkill” e “Bomber”… ma anche delle chicche extra di valore inestimabile: doppio vinile “Good N’Loud, Live At Friars, Aylesbury – 31st March 1979”, doppio vinile “Sharpshooter, Live At la Rotunde, Le Mans – 3rd Nov 1979”, il vinile “The Rest Of ‘79” contenente una collezione di B-Sides, versioni alternative, pezzi esclusivi e rari… ed infine il singolo “No Class” su 7”. Ovviamente poi ci sono altre pietre preziose come il tourbook di “Overkill”, spartiti, spille, un libro di 40 pagine con interviste e dichiarazioni della gente che era in giro con la band all’epoca… ed il box in versione limitata è proposto con la forma di una giacca in pelle. Una release che è un cimelio, una reliquia, qualcosa di sacro. Una macchina del tempo. Un oggetto che quando lo tieni in mano ti fa percepire delle vibrazioni strane, tanto che quasi ti pare di sentire l’odore del fumo delle sigarette di Lemmy, il rumore del Jack che viene versato nel bicchiere… mentre ti ronza in testa quella voce rauca che puntuale ti ricorda: “We are Motörhead and we play rock’n’roll!”.

(Luca Zakk) Voto: 49%+51%/100