copsignofthejackal(High Roller Records) Provengono da Rovereto i Sign of the Jackal, band all’esordio sulla lunga distanza, che ha attirato nientemeno l’interesse della High Roller Records. “Mark of the Beast”, questo il titolo del loro primo disco, scorre via che è un piacere nella sua scientifica fedeltà al verbo degli eighties. I brani sono immersi in una atmosfera fumosa e oscura, fra citazioni da b-movie horror degli anni ’70 e una produzione gradevolmente vintage; ma la componente occult metal è messa da parte in più di una canzone. “Heavy Metal Possession” è speed d’annata; dal ritmo coinvolgente “Paura nella Città dei Morti viventi” (solo il titolo è in italiano, dato che si riferisce al celebre film di Lucio Fulci), mentre “Night of the Undead” sconfina in certo heavy metal rock che in Italia sta tornando in auge. Un approccio ancora più classico (naturalmente) in “Fight for Rock”, ma sulla traccia autotitolata non mi convince troppo la linea vocale (in generale, però, la singer Laura Coller si comporta egregiamente). Chitarre in libertà in “Queens of Hell”, un altro brano che mi sembra molto più rock che metal, prima della cover finale di “Trick or Treat” dei Fastway. Un disco godibile per i defenders più incalliti, anche se – parere personale – manca quella scintilla che possa farlo risaltare fra le numerose uscite di genere.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10